-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Saturno e la melanconia
L'interesse per la melanconia è oggi più vivo che mai. Il motivo non sarà forse che questo oggetto, al di là della sua importanza storica, solleva questioni che interessano particolarmente l'uomo d'oggi? Non è certo un caso se il numero degli studi su questo tema apparsi nel quarto di secolo successivo alla pubblicazione del nostro libro è costantemente cresciuto e continua a crescere, nei campi della medicina, della psichiatria, della storia, della filosofia, della religione, della teologia, dell'astrologia, dell'alchimia, dell'arte e della letteratura.
Il libro
«Nel linguaggio moderno la parola “malinconia” o “melanconia” si usa per indicare indifferentemente cose alquanto diverse tra di loro. Può indicare una malattia mentale caratterizzata essenzialmente da attacchi di ansietà, di profonda depressione e stanchezza, benché indubbiamente di recente il concetto medico si sia in gran parte disintegrato. Può indicare un tipo di carattere (in genere associato a un certo tipo di fisico) che insieme con il carattere sanguigno, collerico e flemmatico, costituiva il sistema dei “quattro umori”, o delle “quattro complessioni”, come si diceva anticamente. Può indicare un temporaneo stato d’animo, talvolta penoso e deprimente, talaltra solo dolcemente pensoso o nostalgico. In questo caso si tratta di un’inclinazione puramente soggettiva, che per traslato può essere attribuita al mondo oggettivo, per cui a buon diritto è possibile parlare della “malinconia della sera”, della “malinconia dell’autunno”, o anche, come fa il principe Hal di Shakespeare, della “malinconia di Moor-ditch”».