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La forma del tempo
Dal momento della sua prima edizione (1976), il libro di Kubler non ha mancato di sollevare interesse e polemiche. In esso lo storico statunitense, allievo di Focillon a Yale e apprezzato studioso di arte dell'America precolombiana, fondeva con ammirevole chiarezza i risultati di lunghi anni di studi e ricerche sul campo con una precisa attenzione alle questioni generali dell'arte, delle produzioni figurative e della civiltà materiale.
Il libro
Kubler applica alla storia dell’arte dell’Europa occidentale metodi che gli studiosi delle civiltà antiche americane hanno via via elaborato, con l’intento di rimettere in discussione modi di classificazione, di descrizione, di periodizzazione e, infine, di interpretazione. Ma soprattutto ci propone di guardare all’arte con strumenti piú adeguati: “Supponiamo che il nostro concetto di arte possa essere esteso a comprendere, oltre alle tante cose belle poetiche e inutili di questo mondo, tutti i manufatti umani in genere, dagli strumenti di lavoro alle scritture. Accettare questo significa far coincidere l’universo delle cose fatte dall’uomo con la storia dell’arte, con la immediata e conseguente necessità di formulare una nuova linea di interpretazione nello studio di queste stesse cose”.