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Iconografia dell’arte italiana 1100-1500: una linea
Si ripropone in un volume a sé Iconografia dell'arte italiana, 1100-1500: una linea, un saggio che apparve per la prima volta nel 1979 all'interno della Storia dell'arte italiana Einaudi, raccogliendo stimoli della migliore storiografia europea e aprendo anche in Italia nuove prospettive critiche e di ricerca.
Il libro
Scartando la trattazione diacronica e le partizioni tradizionali, Salvatore Settis si pone il problema del contesto culturale entro il quale si muove l’artista, interrogandosi sul ruolo che esso deve occupare nell’interpretazione dell’opera d’arte. Se per l’idealismo a lungo dominante nel nostro Paese, tale contesto costituiva soltanto lo sfondo, e se la storia della cultura e la storia dell’arte dovevano restare ben distinte, Settis invece affronta proprio la trama che riannoda le opere d’arte alla loro realtà storica, sondando casi ed episodi precisi del panorama italiano tra Medioevo e Rinascimento. Accanto alla figura dell’artista compaiono dunque – e non in secondo piano, ma in una interazione dialettica – committenti e pubblico: l’iconografia, gli aspetti stilistici, i meccanismi di lettura dell’opera d’arte vengono affrontati in funzione delle attese degli osservatori e delle reazioni che in essi si desidera suscitare. Settis riesce cosí a ritrarre la complessità e la ricchezza dell’esperienza estetica dei protagonisti di un periodo di straordinaria importanza nella storia dell’arte occidentale, conducendo anche l’osservatore odierno attraverso i percorsi di quattro secoli di tradizione figurativa, in cui si intrecciano continuamente devozione popolare e pensiero teologico, innovazione artistica e rapporto con l’antico, immagine e testo.