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Trans-Europe Express
«Uno sguardo graffiante, vivace e puntuale sulla "città europea", da una delle voci piú provocatorie della cultura e architettura di oggi».
Owen Jones
«Uno degli scrittori piú significativi d'Inghilterra in assoluto, non solo tra quelli che scrivono di architettura».
Jonathan Meades
Il libro
Cosa rende le città europee cosí particolari? Quali le loro caratteristiche storiche, sociali e architettoniche? In Trans-Europe Express, Owen Hatherley esplora le piú diverse realtà dell’intero continente, da Parigi a Leopoli, da Stoccolma a Skopje, da Porto ad Amburgo e da Łódz¿ a Madrid, immergendo il lettore in paesaggi urbani di volta in volta sublimi o volgari. Attento all’inestricabile intreccio di passato e presente, Hatherley, critico e storico dell’architettura sui generis, getta sull’Europa di oggi uno sguardo sempre capace di andare oltre gli stereotipi, e compone un mosaico originale, che anima una sorta di personalissima archeologia della contemporaneità. Un libro suggestivo, sia per chi si occupa di architettura sia, e soprattutto, per chi sia interessato a comprendere le trasformazioni piú recenti e contraddittorie dell’identità europea a partire dall’utopica miscela di centri storici, sale da concerto ipermoderne, fantasiosi spazi pubblici e futuristiche abitazioni egualitarie. E mentre definisce la città europea, Trans-Europe Express scopre un continente diviso all’interno dell’Unione e al di fuori di essa.
«Probabilmente la città che ha sviluppato il maggior livello di ansia riguardo al proprio multiculturalismo è Parigi. Le poche volte che l’ho visitata, ho sempre trovato la capitale francese strana e incomprensibile, forse a causa delle preferenze che ho sviluppato da londinese adottivo. La coesistenza di differenti periodi e momenti architettonici, di forme e idee in conflitto sulla pianificazione, che si può trovare nel centro di Londra (anche se spesso sostenuta da una griglia di fondo razionalista georgiana), a Parigi sembra, a un primo momento, non esserci, sostituita da un neo-barocco in pietra calcarea, obbligato, speculativo, tirato su in pochi decenni. Gli edifici pubblici imponenti, in particolare l’orrendo Louvre, ma non solo, sono spesso sgraziati e pomposi. La cosa piú frustrante della capitale francese è rappresentata dalle lodi incessanti che ha ricevuto sia dai conservatori – da cui ci si può aspettare l’amore per una città dove è possibile camminare chilometri e chilometri senza trovare un singolo esempio di architettura del XX secolo e dove tanto la modernità quanto il multiculturalismo sono rigorosamente tenuti nelle riserve – sia dai politici radicali, per i quali la storia rivoluzionaria della capitale francese, la tediosa litania di 1789, 1848, 1871, 1968, significa godersi le strade borghesi piú eleganti con la scusa che, su quello che ora è un edificio di lusso, una volta una banda di saccheggiatori, artigiani e prostitute, sventolò la bandiera rossa. In confronto con Londra, si potrebbe invidiarne la qualità della vita, ma non molto altro».