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Cercando Quirino
Dov'era il Quirinale, chi era Quirino? Queste domande apparentemente semplici non hanno avuto finora risposte chiare e sicure. Indagare quel mondo, che ci riporta indietro di circa 2900 anni, prima che Roma fosse la città che gli studi ci hanno reso nota e familiare, è stato cammino arduo e ricco di interrogativi irrisolti.
Il libro
Colli e monti, un insieme vario di rilievi, cosí come un sistema di rioni, aggrumavano disordinatamente la forma arcaica di quella che sarebbe divenuta la città-stato piú famosa del mondo antico, la metropoli dell’Impero, Roma. Ma insieme a luoghi che ci sono via via apparsi con maggiore chiarezza – il Palatino, l’Aventino, il Foro o ancora il Campidoglio -, altri, non meno rinomati, sono rimasti circondati da un’alea di mistero o quanto meno di incertezza: fra questi l’Oppio, il Cispio, il Viminale, il Celio e per l’appunto il Quirinale. Fra altre, anche la figura di Quirino, divinità delle curiae, i rioni originari della città, a cui Romolo era stato assimilato, aveva mantenuto una fisionomia enigmatica e leggendaria. La ricerca ci aveva restituito informazioni preziose, aveva evidenziato indizi: la complementarità di Marte e Quirino, di guerra e pace; la connessione con la leggenda di Romolo; l’uso politico di quelle figure originarie da parte di Cesare e di Augusto, strateghi nel legare la propria immagine a quella di quei mitici attori dell’inizio di Roma. E tuttavia, le domande fondamentali rimanevano inappagate. Nel corso di una imponente opera di ricostruzione di Roma antica in un Sistema informativo archeologico denominato Imago Urbis, Andrea Carandini e il suo gruppo di lavoro hanno scrutato con il Georadar alcuni luoghi rimasti vaghi nelle mappe: fra questi il collis Quirinalis e il Tempio di Quirino. L’esito della loro ricerca è stato sensazionale: finalmente essi hanno individuato tracce importanti sia del colle sia del tempio, il monumento gigantesco edificato da Cesare e da Augusto fra il 49 e il 16 a.C. E hanno aperto una strada che porta alla soluzione di molti interrogativi. Questo libro è la sintesi di questa eccezionale esperienza archeologica, un racconto che è al tempo stesso tecnicamente ineccepibile ed avvincente, sintomo di una raffinatissima ricerca e insieme la dimostrazione della attualità dell’antico.