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Salmi
Il leader del complesso U2, una delle piú celebri e "impegnate" rockband degli ultimi vent'anni, introduce i centocinquanta canti sacri degli ebrei, ragguardevoli non solo sul piano religioso ma anche su quello letterario; il piú importante documento poetico dell'antichità ebraica.
Il libro
“Leggete Orazio o Pindaro dopo un salmo; per quel che mi riguarda io non posso piu farlo”, affermava Lamartine nel suo Voyage en Orient. In effetti, si potrebbe realizzare un’ intera – e corposa – antologia dei poeti e scrittori che si sono ispirati allo splendore poetico, umano e religioso di queste liriche. Ed è indubbio che, al di là del rilievo teologico, il valore estetico di una collezione tanto monumentale è cosí alto da aver spesso dato luogo a un problema di traduzione. Scriveva san Gerolamo che non basta riprodurre i salmi “in linguam latinam”, ma che occorre tradurli “datine”, ritrovarne la risonanza e la musicalità. La lettura dei salmi, dunque, comporta un duplice interesse: religioso, poiché riunisce inni, suppliche, composizioni sapienziali e liturgiche ed è innanzitutto una riflessione sull’incontro con Dio. Poetico, per la sua bellezza che Bono nell’introduzione sottolinea. Il cantante degli U2 racconta l’influenza che le sonorità dei salmi hanno avuto sulla sua formazione e sul suo amore per la musica, quasi che Davide, l’autore a cui vengono tradizionalmente – anche se erroneamente -attribuiti i salmi, fosse stato una sorta di Elvis Presley ante litteram.