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Qabbalah visiva
Questo libro tenta per la prima volta una storia del disegno mistico nella tradizione ebraica. È un atlante sorprendente dell'immaginario giudaico, un'esplorazione in un territorio ancora poco o nulla toccato dagli studi filologici, eppure fondamentale per il confluire creativo di religione, filosofia, mistica ed estetica.
Il libro
Il tema del Creatore che traccia le linee del mondo ha ispirato pensatori e mistici ebrei dall’epoca tardoantica fino nel pieno dei tempi moderni. Le prime nozioni di una dottrina del grafismo divino risalgono al giudaismo alessandrino d’età ellenistica, e nascono dall’incontro tra filosofia greca e racconto biblico della creazione. Fu in questo ambiente che il Dio creatore della Bibbia si trasformò in un artista sommo, capace di abbozzare il diagramma del mondo per mutarlo poi nei volumi e nelle superfici della natura.
Attraverso le opere di Filone Alessandrino, i testi mistici dei primi secoli dell’era volgare e il neoplatonismo giudeo-arabo, il libro ripercorre l’emergere di un logos ebraico che disegna il cosmo. Quest’elaborazione teorica fu il presupposto della grande fioritura cabbalistica che iniziò nel Duecento, e che regalò al giudaismo uno dei più vasti patrimoni di rappresentazione grafica dell’invisibile.
A partire dalla metà del XIII secolo, i cabbalisti misero infatti a punto una raffinata tecnica di visualizzazione delle forze celesti, una topografia del divino che non ha eguali in alcuna altra tradizione occidentale.
Il volume si basa sull’esame diretto di centinaia di manoscritti e propone, per la prima volta a livello mondiale, circa centocinquanta immagini inedite, commentate in maniera rigorosa. Con i loro diagrammi, i cabbalisti fissarono sulla carta le proporzioni dell’architettura divina dei cieli. L’armonia delle forme geometriche cerca di catturare il mistero della creazione: il gioco delle sefirot, la guerra cosmica tra bene e male, il prorompere del peccato e l’enigma della clemenza divina vengono tradotti in rapporti spaziali, e spesso si coagulano in luoghi-parola, in cui la scrittura ebraica si combina con acute invenzioni formali.