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Miracoli della Vergine
Dalla seconda metà del XII secolo, le raccolte volgari di miracoli di Maria conoscono un'enorme fortuna in tutti i paesi romanzi: quest'opera ne offre una variegata panoramica grazie ai testi dei massimi rappresentanti di quella stagione.
Il libro
Il culto mariano è una delle piu diffuse forme di devozione popolare, specialmente da quando fu potenziato dalla propaganda cistercense dei secoli XI-XII, in concomitanza con l’idealizzazione della donna operata dai poeti cortesi. Ne vediamo tuttora i segni in leggende e credenze popolari e nelle arti figurative, anche nelle espressioni più ingenue, documentate dagli ex voto esposti in milioni di chiese. Il miracolo è un intervento immediato e diretto della Vergine, che attua la salvazione di un suo fedele, anche se caduto nel peggior peccato, e spesso punisce crudelmente i suoi nemici: ottime occasioni narrative, per chi sappia coglierle. Ma se innumerevoli raccolte latine (compresa la famosa Legenda aurea di Jacopo da Varazze) celebrano l’azione della misericordiosa e indulgente Madonna, è nel secolo XII che tre opere vivacissime e raffinate raccontano in volgare un buon numero dei suoi miracoli. Una felice coincidenza allinea Les Miracles de Nostre Dame, in francese, di Gautier de Coinci; Los Milagros de Nuestra Señora di Gonzalo de Berceo, in spagnolo; e le Cantigas de Santa Maria di re Alfonso X el Sabio, in galego-portoghese, lingua sino allora della lirica. Le tre grandi raccolte sono ampiamente rappresentate, nella traduzione di Carlo Beretta, in questo volume: quella di Gonzalo, anzi, per intero. E la prima volta, e non solo in Italia. Tre grandi scrittori e inesauribili variazioni su uno stesso tema, affrontato da ognuno in maniera diversa. Gautier de Coinci, con le fioriture della sua retorica, è il più colorito e dettagliato; Gonzalo de Berceo, piu conciso, è capace di descrizioni forti e realistiche; Alfonso X el Sabio ci offre, con l’assieme dei suoi miragres, un quadro animatissimo della vita del tempo in ambienti sia popolari, sia, e soprattutto, aristocratici. Aiutano a immergersi nelle prospettive di queste narrazioni esemplari le splendide miniature del codice duecentesco delle Cantigas di Alfonso el Sabio conservato a Firenze.