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La morte come tema culturale
Un contributo essenziale per la comprensione delle varie concezioni della morte nel mondo antico.
Il libro
Per uniforme che la morte possa apparire dal punto di vista biologico, i modi culturali d’intenderla e di trascenderla assumono miriadi di forme e configurazioni diverse. In due conferenze di chiarezza esemplare, il grande egittologo Jan Assmann, antesignano di una scienza che si propone di studiare comparativamente la morte come tema fondamentale della cultura, ci invita a un suggestivo viaggio attraverso le concezioni, i simboli, i rituali, le iscrizioni mortuarie dell’antico Egitto. Al centro dell’indagine di Assmann, tre diverse concezioni della morte: la morte come nemico, la morte come ritorno a casa e la morte come mistero. Fu in Egitto infatti che per la prima volta nella storia dell’umanità il fatto terribile della morte fu riconosciuto degno di teoria e interpretazioni, divenendo oggetto di una rappresentazione culturale dai profondi significati individuali e sociali. Si avviava cosí un articolato dialogo con l’aldilà che non avrebbe mai cessato di popolare la vita degli uomini, imponendo loro sacri terrori, la necessità di elaborare i lutti, l’obbligo insopprimibile di ricordare, l’anelito a una compensazione in una realtà diversa e piú giusta rispetto a quella terrena. Non a caso l’idea stessa di giustizia e di insindacabile verdetto nasceva in antico Egitto dall’esigenza di resistere alla caducità, allo smembramento e disgregazione dei corpi, cui opporre un legame che unisse durevolmente e solidalmente il consesso dei vivi. Completa il volume un contributo dello storico della cultura Thomas Macho.