Giulio Einaudi editore

Paolo Colagrande «La vita dispari»

La pirotecnica, profonda ed esilarante parabola umana di un ragazzino che vede solo una metà del mondo.

Paolo Colagrande

Il proscenio di questa storia divertente, ironica, paradossale, è un «sobborgo mediopolitano» circoscritto dalla privativa di sali, tabacchi e valori bollati dei fratelli Venanzio e Isaia Landemberger, soprannominati Fosforo, e dalla mescita Enterprise. La fonte che testimonia la vicenda umana di Buttarelli è Gualtieri, l'amico nullafacente.

Chi era Buttarelli? Un caso difficile sin da bambino, nella scuola convitto Dioscoride Polacco, quella dai molti divieti, dove la severa direttrice Maribèl non era in grado di far fronte ai suoi strani comportamenti. Buttarelli non mangiava, era ossessionato dalle differenze e dalle divisioni ma, soprattutto, studiava i libri a pagine alterne perché era in grado di leggere solo quelle di destra, quelle pari.

«Come già avveniva nei precedenti romanzi di Colagrande, il punto di vista coincide con una sorta di piano sequenza rasoterra dove tutto è narrato come se appartenesse al mondo minerale, e dove l’obiettivo talora si innalza ad altezze panoramiche da cui è possibile misurare l’universo e il destino. Senza discostarsi mai troppo da quella voce popolare semicolta che ha in Celati e Cavazzoni due indiscussi maestri, Colagrande declina la realtà in una direzione comica e stralunata che rende La vita dispari un libro su cui fissare la nostra attenzione» (Chiara Fenoglio, «la Lettura – Corriere della Sera»).

Un romanzo imperdibile, che si candida ad essere uno dei migliori della stagione. Fabrizio Ottaviani, «il Giornale»

L’autore ci trascina in un’inusuale e divertente parabola esistenziale offrendo varie chiavi interpretative e vari livelli di lettura, con un finale che è «un susseguirsi di colpi di scena che non vanno rivelati. Rimane la capacità di Colagrande di mettere insieme un romanzo che non è un romanzo ma che soprattutto non è italiano […] La sua scrittura vola verso altri lidi che lasciano uno strano sapore nella bocca del lettore. Era tanto, tolto il noir, che uno scrittore non riusciva ad uscire così bene dagli stereotipi italiani. Risate e magia» (Massimo Vincenzi, «Tuttolibri - La Stampa»).

Il mondo, visto dagli occhi di Paolo Colagrande, è un posto in cui l’uomo è stato messo per sbaglio; «il lettore è accompagnato per mano ad assistere alla deriva del racconto stesso, in un gioco di specchi volto a denunciare la difficoltà di descrivere in modo univoco ciò che si stima chiaro ed esplicito, ed è invece per lo più falso e fuorviante» (Chiara Fenoglio, «la Lettura – Corriere della Sera»).

Il libro
  • Paolo Colagrande

    La vita dispari

    2019
    Paolo Colagrande compie un prodigio, perché in queste pagine - dove Gianni Celati incontra Woody Allen - il godimento vivissimo di una scrittura straordinaria va a braccetto con un'allegria contagiosa. La «vita dispari» è quella che - ridendo di noi stessi - conduciamo tutti noi...