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Paola Mastrocola «Leone»
Lo spettacolo del mondo nelle mani di un bambino.
«Nella vita di uno scrittore ci sono libri che nascono seguendo quasi un flusso naturale, restando fedeli, con nuove storie e nuove parole, al proprio mondo di riferimento. Ce ne sono poi altri, più rari e sorprendenti, che lasciano interdetto lo stesso autore. Non erano previsti, eppure esplodono, ti prendono per mano e ti portano in mondi che mai pensavi ti riguardassero. È questa la sensazione che ho avuto leggendo il nuovo libro di Paola Mastrocola» (Susanna Tamaro, «Corriere della Sera»).
Leone è un bambino come tanti, vive in un'anonima periferia, tra città e campagna, come tanti è figlio di genitori separati, e come tanti tiene ben chiuse in sé le sue inquietudini ed emozioni. Vive senza un binario da percorrere, senza che nessuno intuisca le sue prime domande sulla vita, sulla morte e sulla perdita. La madre, Katia, lavora in un supermercato e ha sempre fretta, il padre, Oscar, fa il camionista e lo va a trovare due volte al mese: i due sono separati.
Un giorno, all'improvviso, invece di fare i capricci, si mette a pregare, in mezzo alla strada, davanti ai passanti stupefatti.
L'anima dei bambini è bisognosa di affetto e di attenzioni, deve essere nutrita, invece Leone sembra essersi perduto, si sente un cestino portato qua e là. E un giorno, all'improvviso, invece di fare i capricci, si mette a pregare, in mezzo alla strada, davanti ai passanti stupefatti. La mamma cerca di convincersi che la cosa non sia mai successa, ma le preghiere continuano e lei non si capacita di vedere suo figlio inginocchiato per terra a pregare «come un santo», non in chiesa,in silenzio, ma davanti a tutti.
Dove ha imparato quel gesto? Non dai genitori, sposati in chiesa sì ma senza fede. Forse dalla nonna materna che lo aveva introdotto al mondo misterioso della fede.
Paola Mastrocola racconta una storia sorprendente, e attraverso gli occhi di una madre affaticata ma amorosa e di un bimbo che non si ribella come gli altri, richiama il lettore al senso del sacro e del mistero che sembrano essersi eclissati dal mondo. L'autrice, «con una sobrietà tanto accurata da ricordare Natalia Ginzburg, ci offre una grande metafora del nostro tempo. Delle nostre vite costrette a terra, senza possibilità di volo. Nemmeno come aspirazione» (Lidia Ravera. «Tuttolibri - La Stampa»).
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2020Leone ha sei anni e ogni tanto, senza una ragione, si mette a pregare nei luoghi piú impensati. Lo fa perché ha paura, perché desidera, perché si sente solo? Sua madre, che non crede, continua a interrogarsi, mentre vive la sua vita frenetica di donna...