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Michela Marzano «Idda»
Un appassionato romanzo sull'identità, la memoria, la potenza carsica delle relazioni.
Annie è ricoverata in una residenza protetta, il suo mondo è ormai una stanza, la 315. Il passato sta scivolando via, mescola gli anni, i luoghi, le stagioni. Poco importa se sia Alzheimer o demenza senile, i ricordi stanno sparendo, sembra aver bisogno solo d'amore.
Alessandra, compagna di suo figlio Pierre, la assiste, la ascolta. È professoressa universitaria di Biologia. Ha abbandonato a ventitré anni la Puglia, quando il suo mondo si era sbriciolato: era fuggita, dopo la morte della madre, per non tornare mai più. Ha chiuso la porta ai ricordi, ha costruito la sua vita professionale e affettiva a Parigi, «Punto e daccapo» come diceva sua madre. Si è sempre detta che l'importante è il presente ma, mentre cala il sipario nei ricordi di Annie, mentre con Pierre riordina la sua casa tra oggetti da buttare e altri da conservare, sente riemergere parole e memorie che, né la lingua francese, né il lavoro e l'amore per Pierre sono riusciti a cancellare.
Poco importa che il racconto contenga spunti autobiografici perché poi diventa storia universale che evoca il male di tutti. Simonetta Fiori, «la Repubblica»
In modo toccante l’autrice offre al lettore una storia intensa, affronta il tema della perdita, della rielaborazione dei nostri lutti, del bisogno di portare alla luce ciò che si pensava di aver sepolto per sempre; ma torna ad affrontare anche il tema dell’amore, «fil rouge che lega tutti i miei libri. Perché, se è vero che ognuno di noi è caratterizzato dalle fragilità e dal vuoto, è anche vero che ognuno di noi riesce a sopravvivere grazie alla forza dell’amore. Per me l’amore è il reciproco riconoscimento. Essere riconosciuti dagli altri per quello che siamo e riconoscere gli altri per quello che sono. Così si creano dei legami capaci di darci la forza di attraversare i vuoti della nostra esistenza e curare le ferite che la vita ci infligge» (Michela Marzano intervistata da Brunella Schisa, «il venerdì – la Repubblica»).
Michela Marzano ci consegna il ritratto indimenticabile di due donne che trovano inaspettatamente l'una nell'altra ciò che avevano perduto, «e poco importa che il racconto contenga spunti autobiografici perché poi diventa storia universale che evoca il male di tutti» (Simonetta Fiori, «la Repubblica»).
«Trovare le parole per l’amore, nominare i sentimenti, è la specialità di Michela Marzano […] è quello che fa, testardamente, da anni, nei libri e sui giornali ed è diventata bravissima proprio perché l’amore è una cosa che si impara provando e riprovando, finché non si trova il tono giusto per dire il legame misterioso che unisce uomini e donne o quello profondo, unico e totale che lega madri e figli» (Raffaella Silipo, «La Stampa»).
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2020Alessandra è una biologa che insegna a Parigi, dove abita con Pierre. Da anni non va nel Salento, il luogo in cui è nata e che ha lasciato dopo un evento drammatico, perché non riesce a fare i conti con le ombre della sua famiglia....