Giulio Einaudi editore

Maurizio de Giovanni Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi

«Soledad si legge senza pause e prova una maestria raggiunta».
Piero Melati, «il venerdì – la Repubblica»

Maurizio de Giovanni

Con Soledad è tornato nelle librerie il commissario Ricciardi, uno dei personaggi più amati dai lettori italiani, nato dalla penna di Maurizio de Giovanni.

È il 1939 e mentre l'Italia si prepara a vivere l'ultimo Natale di pace, un omicidio squassa il ventre della città.

In Europa la guerra è cominciata, eppure qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la più bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi.

La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso… Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato.

«Intanto, c'è Napoli. Sempre Napoli […] Poi ci sono i sentimenti, viscerali quanto il Vesuvio, ma anche ancestrali: con essi, il cosiddetto “giallo” - da Hammett e Chandler fino al contemporaneo Connelly - ha il potere di rendere familiari e seducenti ambienti urbani, contesti e personaggi […] Infine, c'è il tocco del firmatario, la sigla personale, persino al di là dei generi […] Possiamo dirne tante, sulla questione “letteratura o intrattenimento”. Restiamo di fronte a emozioni dirette, collettive, e proprio per questo complessissime e umane, troppo umane. Soledad si legge senza pause e prova una maestria raggiunta».
Piero Melati, «il venerdì - la Repubblica»

«La bellezza della serie del commissario Ricciardi risiede in buona parte nello sguardo con cui Luigi osserva il mondo. È come se ce lo mostrasse attraverso un personalissimo vetro e, dunque, anche noi ci sentiamo calati nella sua speciale malinconia. Quella ipersensibilità che abbiamo imparato a conoscere e che ci ha accompagnato fino a questo ultimo Natale di pace. Ma in Soledad c'è qualcosa che va oltre, qualcosa che si avverte sin dall'incipit: “Potessi farlo, ti parlerei di solitudine”. L'introversione del commissario più famoso d'Italia è ormai un tratto che conosciamo».
Roberta Scorranese, «Corriere della Sera»

«Maurizio de Giovanni riesce a coniugare la solitudine personale e lo smarrimento collettivo in una trama che risponde ai canoni del giallo popolare e conduce progressivamente nella tela dell'intrigo. La tonalità del jazz che attraversa la narrazione dà suono allo spirito di quei giorni, la musica già proibita dall'autarchia diventa il simbolo della solitudine: “L'improvvisazione geniale, quel senso di libertà e di meraviglioso disordine che ne costituivano l'anima, erano proprio ciò che mancava nel grigio e rigido ordine nel quale si pretendeva che si vivesse”».
Generoso Picone, «Il Mattino»

«Nel nuovo libro Soledad il commissario Ricciardi indaga su un caso e sulla sua solitudine, sentimentale e personale, ma pure collettiva e storica, nell'Italia del 1939. L'ultimo Natale di finta serenità, con vista sull'abisso in cui l'Italia seguirà la Germania. La guerra, e poi la persecuzione degli ebrei che radicalizza un Paese, l'Italia, che non era così ferocemente antisemita».
Luca Mastrantonio, «7 - Corriere della Sera»

«Dopo Caminito, lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni ci delizia con un altro romanzo-tango appassionato e struggente che artiglia il cuore della vita, l'invoglia e la proietta in un contesto in cui avvampa la speranza della libertà, ma la nostalgia e la solitudine incurvano le prospettive del tempo».
Francesco Mannoni, «Giornale di Brescia»

«Soledad è forse uno dei più coinvolgenti dei romanzi del ciclo di Ricciardi proprio per questo continuo intrudersi nel plot investigativo di episodi che ci restituiscono il clima di esaltazione e di sospetto, di incertezza e di attesa di un Paese che sta vivendo in quell'inverno del '39 le prime avvisaglie di quel sonno della ragione che sempre genera mostri».
Bernardina Moriconi, «Roma»


Per chi volesse vivere, o rivivere, le emozioni della presentazione ufficiale di Soledad, ecco il video integrale dell'evento:

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