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Christian Frascella «L’assassino ci vede benissimo»
«Christian Frascella è bravo. E questo è un ottimo noir».
Sandrone Dazieri
Torna nelle librerie l’amato investigatore Contrera, con il solito talento autodistruttivo e una vita privata incasinatissima: l’ex moglie rimasta incinta dopo un’ultima notte di passione, la nuova travolgente compagna ancora all’oscuro di tutto e la figlia adolescente che galoppa su una strada non proprio raccomandabile…
Una sera di novembre due uomini vengono freddati in un locale del quartiere torinese Barriera di Milano, «Barriera è parte di me, un posto in perenne fermento» (Christian Frascella, «Corriere della Sera ed. Torino»), e guarda caso Contrera si trova sul luogo del delitto.
Nell’arco di ventiquattro ore, il protagonista deve districarsi, con la sua solita indolenza, fra ronde, forze dell’ordine e un quartiere multietnico complesso e dall’equilibro molto fragile.
Carlo Lucarelli, nella bellissima recensione a «la lettura - Corriere della Sera», spiega ai lettori chi è Contrera: «Quando ho incontrato per la prima volta l'investigatore privato protagonista – per adesso – di tre romanzi di Christian Frascella, ho subito pensato a Philip Marlowe di Raymond Chandler, e non solo per questa cosa dell'investigatore privato. Contrera è un uomo che cerca. E non soltanto chi ha ammazzato chi – non svelo niente, per natura di giallista – che in questo bellissimo L'assassino ci vede benissimo arriva un po' più avanti, al punto giusto, dopo una serie di eventi incalzanti che all'inizio sembrano muoversi solo all'interno della sfera esistenziale del personaggio, ma non è vero, e che ti prendono di capitolo in capitolo fino a quel noirissimo punto giusto. Contrera cerca qualcosa che neanche lui sa cos'è, sé stesso, il senso della vita, l'equilibrio delle cose, la giustizia del mondo, o magari no, solo un po' di pace, sé stesso, appunto, chissà, e in questa ricerca inquieta e anche un po' disperata finisce sempre e inevitabilmente per farsi male o ferire le persone che ama, che alla fine è lo stesso».
Contrera ci parla e si parla, e lo fa con un umorismo, un sarcasmo e un'ironia, spesso diretta su - ma soprattutto contro - sé stesso, e questo risulta un antidoto, non un vaccino, alle botte che prende nel corpo e nell'anima. Carlo Lucarelli, «la Lettura - Corriere della Sera»
Questo terzo capitolo della serie è una miscela esplosiva di humour, ritmo e intelligenza investigativa. «Va detto, lui non resiste a una battuta nemmeno con un coltello puntato alla gola, motivo per cui si ride parecchio, eppure questa volta la nebbia sembra fittissima. Lui però promette: “Io sono Contrera. Compagno del cavolo, padre di merda, fratello approfittatore, cognato insopportabile, figlio degenere, ma investigatore coi controcazzi. Mettiamo le cose in chiaro”» (Eleonora Barbieri, «il Giornale»).
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2021Ci vuole il fiuto infallibile per le storie destinate a finire male, o forse solo una certa dose di fortuna, per trovarsi sul luogo di un brutale delitto e riuscire a salvare la pelle. È quello che capita all'investigatore privato piú sfacciato che c'è in...