Giulio Einaudi editore

Disquisizioni su passi scelti della Santa Scrittura

Copertina del libro Disquisizioni su passi scelti della Santa Scrittura di Ortensio Lando
Disquisizioni su passi scelti della Santa Scrittura
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Nato a Milano, vissuto nella prima metà del Cinquecento, Ortensio Lando fu frate agostiniano e umanista di fama. Frequentò molte corti italiane prima di stabilirsi a Venezia, dove collaborò con diversi editori come curatore di testi. Il suo lavoro piú famoso è la traduzione dell'Utopia di Tommaso Moro. Tra le sue opere, un volume di Paradossi, cioè sententie fuori del comun parere (1544). Le sue idee di tendenza protestante sono già state studiate da Carlo Ginzburg e da Adriano Prosperi, oltre che dalla stessa Seidel Menchi, ma il testo che qui la studiosa presenta, conservato in un manoscritto unico presso la Biblioteca Comunale di Trento, è inedito. È un prezioso documento di proselitismo eterodosso, per quanto l'autore si dimostri cauto. Il suo commento ai passi della Scrittura viene proposto nella forma di una sequenza di dubbi. In questo modo mette in discussione alcune certezze dell'ortodossia senza affermare del tutto le tesi protestanti. Dalla verginità di Maria alla teoria della predestinazione, dal battesimo degli infanti alla salvezza per meriti o per la misericordia di Dio, tutti i temi piú scottanti vengono toccati e discussi. Lando pensava che alcune acquisizioni della teologia protestante, in questo modo, potessero circolare liberamente anche in aree di confessione cattolica, ma si sbagliava. Le Disquisizioni non vennero mai pubblicate e nel 1555 tutte le sue opere entrarono nell'Indice dei libri proibiti.

Testo latino a fronte

2024
eBook
pp. LXVIII - 158
€ 12,99
ISBN 9788858446010

Il libro

La tradizione aristotelica contribuí certamente ad avvalorare quel modello espositivo agli occhi di Ortensio Lando; ma ritengo che la scelta sia stata anche, e soprattutto, un espediente di autodifesa. (…) In un’età di dure contrapposizioni dottrinali come quella nella quale Lando scriveva, la formula del dubbio consentiva fluidità di espressione e flessibilità di argomentazione, precludendo a priori ogni rigidezza dogmatica. (…) A favore della formula del dubbio parlava anche la natura della fonte dalla quale Lando attinse la maggioranza delle interpretazioni bibliche che propose al suo lettore: Martin Bucer, uno dei mae-stri della Riforma magisteriale – il teologo che aveva ispirato la Riforma a Strasburgo e ne aveva diretto la messa in atto in quella città -, è l’autore di un’ampia esposizione commentata dei libri evangelici, dalla quale Lando attinse interpretazioni e concetti, riproponendoli per frammenti, secondo il suo assunto. La posizione teologicamente flessibile e conciliante di Bucer, sempre aperto al dialogo interconfessionale, contribuisce a spiegare la scelta di Lando, quello che potremmo chiamare il suo discepolato alla scuola di Bucer.
dall’introduzione di Silvana Seidel Menchi

«Il Signore disse ai suoi seguaci: “Partendovi da me, ammaestrate tutti, immergendoli in acqua”, menzionò cioè prima l’ammaestrare, dopo l’immersione in acqua. Perché ciò nonostante noi immergiamo in acqua coloro che non abbiamo precedentemente ammaestrati nella “persuasione” cristiana? Forse perché gli apostoli, destinati ad essere i principali artefici della diffusione del Vangelo, avrebbero avuto a che fare soprattutto con persone adulte, e per questo li ammonisce che quegli adulti dovevano prima essere ammaestrati? Chi sarebbe stato di indole cosí rozza e ottusa, in effetti, da accettare di buon animo di essere immerso nell’acqua, se prima tu non gli avessi spiegato in nome di chi dovesse essere immerso, e quale utilità ne sarebbe derivata?»

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