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Uomini e comandanti
«Piangevamo la scomparsa degli ultimi partigiani.
Lamentavamo l'impossibilità di sentirne ancora
la voce. Non avevamo fatto i conti con Giulio Questi.
I suoi partigiani hanno la sovrana piccolezza
dei personaggi di Gogol' e la dubbia grandezza
degli eroi di Tarantino.
Attraverso la sua voce di novantenne, la letteratura
della Resistenza rinasce a nuova vita».
Sergio Luzzatto
Il libro
Questo libro è una specie di miracolo: pensavamo di aver già letto la migliore letteratura sulla Resistenza, quella scritta dai diretti protagonisti, ma non avevamo ancora scoperto la voce viva, limpida, smaliziata e potente dei racconti di Giulio Questi. Ex partigiano poi regista di culto, oggi novantenne film-maker di cortometraggi che spopolano in rete, Giulio Questi ha partecipato giovanissimo alla guerra di liberazione tra Val Seriana e Val Brembana, e di quell’esperienza ha scritto nell’immediato dopoguerra dando vita a racconti portentosi, crudi e umanissimi, veramente folgoranti, amati tra gli altri da Elio Vittorini, che li pubblicò sul «Politecnico». Su quei temi l’autore è tornato cinquant’anni dopo, a completare una raccolta che vede ora per la prima volta la luce. In mezzo, tutta una vita piena di incontri e avventure, ma soprattutto di cinema: attore, sceneggiatore e regista, negli anni Sessanta ha girato Se sei vivo spara, uno spaghetti-western poi osannato da Enrico Ghezzi e Quentin Tarantino, in cui l’esperienza resistenziale trova un’originalissima trasfigurazione. Con uno sguardo «fenogliano» (proprio con Fenoglio, poco prima della sua morte, Giulio Questi stava ragionando su una trasposizione cinematografica di Una questione privata), questi racconti ci restituiscono tutta la complessità di una scelta morale, vitale e violenta insieme, riuscendo a mescolare magistralmente realismo e visionarietà. La Resistenza di Giulio Questi è lontana da ogni retorica: nelle sue storie a volte feroci, ma sempre accese dall’ironia e dall’intelligenza, la guerra e la giovinezza si sovrappongono in una grande avventura che comprende il terrore e la sconsideratezza, il coraggio, la dignità, la fame, il freddo, la casualità dei gesti e l’impellenza dei desideri. Ma ci sono anche racconti onirici, d’indagine psicologica, che trascinano il lettore nel tempo e nello spazio, fin nella Colombia di Gabriel García Márquez, continuando in fondo a raccontare i fantasmi dell’animo umano, le sue crepe e anche la sua inesauribile vitalità.