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Sei grande, Marcus
Nell'essere padre la biologia può entrarci poco o niente. Però c'entra moltissimo l'amore. Marcus è orfano a sette anni, ma resta, a pugni stretti, curioso e assetato di vita. Un impreparato padrino lo accoglie senza chiedergli niente e impara, giorno dopo giorno, a volergli bene come solo un padre sa fare. Una strampalata, allegra e variopinta comunità alla Malaussène lo adotta e se ne fa carico. Un libro che fa vedere le ferite della vita e insieme racconta l'importanza dei buoni, di quelli, cioè, sulla cui spalla puoi posare la testa per dormire.
Il libro
Siamo a Lille (e dintorni), all’inizio degli anni Novanta. Ma potremmo essere ovunque e in un qualunque tempo. Pierrot, un giovane ambulante che vende ortaggi nei mercati della zona, riceve in affidamento Marcus, un bambino di circa sette anni. Marcus è il figlio di Hélène, una giovane e inquieta tossicodipendente che si è suicidata gettandosi da un ponte dopo aver lasciato una lettera a Pierrot. C’è in realtà un passato che lega Pierrot a Hélène: lui l’ha amata segretamente, l’ha corteggiata in silenzio, mentre lei lo ha sempre visto come un amico, come un fratello, preferendogli Frédo, un compagno piú ricco e intraprendente. Un bullo finito male. Dopo la morte dell’amica, è Fabienne, anche lei del gruppo, anche lei tossica, a portare Marcus da Pierrot prima di entrare in clinica per disintossicarsi. Marcus si trova cosí a vivere a casa di Pierrot, lo chiama padrino, e quasi subito nasce tra i due una vicinanza che diventa sempre piú forte. A creare questo legame contribuisce l’intera comunità, una banda, un po’ alla Malaussène, di amici e parenti, eterogenea e strampalata. Sono i compagni di tutta una vita di Pierrot. Marcus è un bambino irresistibile, è brillante, coraggioso, curioso, assetato di vita e di affetti, e si getta a capofitto in questa nuova esperienza che per lui, cresciuto in una casa occupata insieme ad adulti tossici e distratti, è un mondo nuovo, colorato, pieno di acqua e di sale. Naturalmente il ragazzino deve affrontare anche le prime difficoltà: la scuola, le differenze sociali, le scazzottate con i compagni, i pantaloni strappati e il cuore ferito. Ma insieme sperimenta anche il calore delle cene in una famiglia rumorosa e allegra, i giochi con i bambini della comunità allargata e le festività trascorse in compagnia. Tutto sembra andare per il meglio, quando però, colpo di scena, la narrazione si sposta in un luogo chiuso, colmo di sofferenze e sopraffazioni. Pierrot è in carcere e un nuovo mistero aleggia sulla vita del quartiere, un mistero che la sua variopinta, infaticabile e coraggiosa comunità saprà, ancora una volta, affrontare.
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«Un romanzo generoso, senza patetismi, che induce al sorriso proprio dove meno te lo aspetti».
«Advantage»