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La carrozza della Santa
La notizia di un omicidio scuote Catania, gelando gli ultimi entusiasmi della piú sentita ricorrenza cittadina. Mentre nell'aria si avverte ancora l'odore acre dei fuochi d'artificio, Vanina Guarrasi è alle prese con un caso che fa scalpore.
«Vanina è una di noi e ci fa ridere perché nelle sue battute ritroviamo un'antica ragionevolezza, arma di sopravvivenza imperitura nei mondi difficili».
Roberta Scorranese, «Corriere della Sera»
Il libro
È la mattina del 6 febbraio, la festa di Sant’Agata si è appena conclusa e «la Santa», come tutti la chiamano, è rientrata nella cattedrale. Nell’atmosfera distratta, da fine evento, che pervade strade e popolazione, un uomo viene ritrovato in una pozza di sangue nell’androne del Municipio, dentro una delle Carrozze del Senato. L’opinione pubblica è sconvolta e il sindaco in persona sollecita l’intervento della Guarrasi. La vicenda si presenta subito ingarbugliata, un intrico di piste che conducono sempre alla vita privata e familiare del morto, Vasco Nocera. Vanina, però, fatica a dedicare all’indagine l’attenzione che meriterebbe. A Palermo sta accadendo qualcosa che esige la sua presenza; è un richiamo che non può ignorare. Stavolta piú che mai per la soluzione del mistero saranno importanti l’aiuto della sua squadra e l’impegno del commissario in pensione Biagio Patanè, che a dispetto dell’età non si ferma davanti a niente.
– Il sindaco di Catania è qui? – fece la Guarrasi, stupita, rinfilando nel pacchetto la Gauloises che stava tirando fuori. – No, è al telefono. Vanina premette il pulsante e mise in vivavoce. – Guarrasi, – rispose, riprendendo la sigaretta. – Buongiorno, dottoressa, sono Ferdinando Bellavia. – Oh, signor sindaco, buongiorno -. L’aveva incontrato appena la sera prima, che poteva volere adesso? – Scusi se ho chiesto direttamente di lei, ma date le circostanze mi è sembrato meglio evitare troppi giri. – Mi dica, – tagliò corto Vanina. – Qui in municipio è stato appena trovato… un morto, – il sindaco prese fiato, – ammazzato.