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Storie naturali
«Morandi, ha mai notato con quale potenza certi odori evochino certi ricordi?»
Le Storie naturali di Primo Levi uscirono nel 1966 con lo pseudonimo di Damiano Malabaila. Fu la casa editrice a suggerire all'autore una qualche presa di distanza da questi racconti fantascientifici apparentemente cosí lontani dai due libri di Levi pubblicati in precedenza: Se questo è un uomo e La tregua. Oggi che finalmente sappiamo distinguere il testimone dallo scrittore, i racconti delle Storie naturali, come già quelli del Sistema periodico, sono destinati a crescere nella considerazione dei critici e dei lettori. È un libro di invenzioni geniali, di incredibili premonizioni, di punti di vista capovolti, di giochi linguistici molto divertenti. Però, a leggerli cosí come li leggono i curatori di questa edizione, si potranno trovare momenti inquietanti nei quali gli incubi del Lager tornano in forme nuove. Un grande libro del Novecento per celebrare al meglio i cento titoli della collana «Letture Einaudi».
Il libro
I quindici «divertimenti» che compongono questo libro ci invitano a trasferirci in un futuro sempre piú sospinto dalla molla frenetica del progresso tecnologico, e quindi teatro di esperimenti inquietanti o utopistici, in cui agiscono macchine straordinarie e imprevedibili. Eppure non è sufficiente classificare queste pagine sotto l’etichetta della fantascienza. Vi si possono trovare satira e poesia, nostalgia del passato e anticipazione dell’avvenire, epica e realtà quotidiana, impostazione scientifica e attrazione dell’assurdo, amore dell’ordine naturale e gusto di sovvertirlo con giochi combinatori, umanesimo ed educata malvagità. L’autore è un chimico, e la sua professione traspare nell’interesse per come sono fatte le cose dentro, per come si riconoscono e si analizzano. Ma è un chimico che sa le passioni umane non meno di quanto sappia la legge dell’azione di massa, e smonta e rimonta i segreti meccanismi che governano le vanità umane, ammiccando dalle ironiche allegorie, dalle sorridenti moralità che ci propone.
dal risvolto di Italo Calvino per la prima edizione (1966)