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Maurizio de Giovanni «Pioggia»
per i Bastardi di Pizzofalcone
A tre anni di distanza da Angeli, la loro ultima indagine, i Bastardi sono tornati.
Serve a poco l'ombrello se ti piove dentro… e a tutti i membri del commissariato di Pizzofalcone piove sopra e sotto la pelle, che decidano di andarsene in giro riparati o no. In questa atmosfera dovranno risolvere il caso dell’omicidio di Leonida Brancato, penalista imbattibile, il re del cavillo.
Quando Brancato era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva più nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un omicidio all’apparenza privo di movente.
Sotto un diluvio che non concede tregua, circondati da nemici e nonostante dolorosi problemi personali, i formidabili poliziotti, usciti dalla penna di Maurizio de Giovanni, si districheranno fra segreti, ipocrisie, rancori. Arrivando a scoprire una verità quanto mai inaspettata.
Così l’autore presenta il ritorno dei Bastardi al Corriere della Sera: «Quel mondo è per me tra i più interessanti, perché è quello che mi consente di guardarmi attorno nel mio ambiente, qui e ora, e declinare uno spettro di ferite e lesioni attraverso una pluralità di personaggi che mi ha sempre incantato […] Man mano che andavo avanti nella scrittura ero sempre più felice di trovarmi lì […] Mi sono divertito, preoccupato, angosciato e addolorato. Ho avuto paura, mi sono arrabbiato, ho molto riso e ho perfino imprecato a mezza voce mentre scrivevo. Mi sono perfino, ci credereste?, molto sorpreso per il finale, in cui accade qualcosa che non avevo previsto».
Per Raffaella Silipo, nella sua recensione su tuttolibri – La Stampa, «i Bastardi di Pizzofalcone, secondogeniti turbolenti e amatissimi di Maurizio de Giovanni, sono un’orchestra jazz, di quelle mitiche del dopoguerra, alla Glenn Miller: virtuosi diversi tra loro, ciascuno guidato dai suoi demoni e abituato a improvvisare per conto suo, eppure alla fine, come per miracolo, il suono combinato regala momenti di felicità e persino un poco di giustizia […] de Giovanni coordina i suoi Bastardi come un direttore d'orchestra consumato, sa tirar fuori da ognuno il suono giusto, che è poi il suono complesso di una città “piena di confini interni, dalle Vele di Scampia al Circolo Nautico Posillipo: i miei poliziotti altro non sono che navigatori fra questi mondi”. La musica di Napoli, per dirla con Pino Daniele: tra la pazzia e il blues».
«Questo è il male, sapete? Ognuno fa il suo pezzo di lavoro, senza mai alzare lo sguardo... Ma la giustizia, ispettore, che fine fa? Si perde nei rivoli, negli interstizi, nei dettagli, nelle procedure…» Come fa notare Generoso Picone sul Mattino, «non ci sarà articolo del codice penale o sentenza di Tribunale a fornire un'adeguata risposta a interrogativi di tanta inquietudine. Tali da ribaltare lo schema di una pur complicata indagine per omicidio nella trama quasi dostoevskiana di un’immersione che scandaglia le profondità più oscure dell’animo umano, misurandosi con il nodo inestricabile che intreccia la verità, la giustizia, la vendetta, la pena».
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2024Leonida Brancato era stato un penalista imbattibile. Il re del cavillo, lo chiamavano. Quando era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva piú nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un...