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I giorni di Vetro
È ingenua, ma il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. È vulnerabile, ma resiste alla ferocia del suo tempo. È un personaggio letterario magnifico. La voce di Redenta continuerà a risuonare a lungo, dopo che avrete chiuso l'ultima pagina.
Intenso, coraggioso, I giorni di Vetro è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia.
Il libro
Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È cosí che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?
– Ha qualcosa che non va, la purina, – dicevano.
– È la scarogna, – ripeteva tranquilla mia madre, premendomi sulla bocca il seno.
– Però ha una bella faccina, – aggiungevano, e quel «però» era il segno della loro compassione.
«Però è buona», «Però è tranquilla». Però non è come gli altri.
– Com’è che non piange? – chiedeva la sera mio padre.
– Piangerà. Le donne prima o poi piangono tutte.
Hanno detto de Il valore affettivo:
«L’autrice procede con voce sicura nel dipanare il filo dei ricordi, con autenticità, senso del ritmo e padronanza di tempi».
Viola Ardone
«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell’enigma di un sentimento di colpa senza redenzione».
Corrado Augias
«Una penna che controlla perfettamente trama e personaggi».
Valeria Parrella