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La gente e altre seccature
Perché non ho mai un crollo a Zurigo?
Perché non languisco nella brughiera?
Perché non mi vizia una Mammy fedele
e invece spruzzo spray per formiche
sul pavimento?
Tricicli ingombrano l'ingresso.
Ho briciole di crostata sparse sull'anima.
Ed è ogni anno piú difficile essere Cathy,
Dominique, Brett, Rossella o Nicole.
Il libro
Le seccature di cui parlano le poesie di Judith Viorst sono quelle della vita quotidiana brillantemente mescolate ai problemi sociali e politici, e alla presa in giro delle mode (come quella dell’alta cucina, di cui a un certo punto il marito diventa un fanatico). Judith Viorst riprende l’antica tradizione dei ritratti di tipi umani (da Marziale in poi), e cosí i suoi versi disegnano il personaggio della donna che mette via sempre qualche soldo ogni giorno, o l’uomo che non presta mai niente a nessuno, o quell’altra che parla sempre dei suoi mali ma non ascolta quelli del prossimo o, piú legata ai suoi tempi e ai nostri, la coppia che prova disperatamente a seguire i dettami del politically correct. Tutti questi caratteri hanno un aspetto caricaturale ma vengono raccontati anche attraverso l’educazione che li ha formati, il martellamento degli insegnamenti e delle convenzioni sociali, che sono in fondo il vero oggetto della satira. C’è sicuramente una vena femminista nella descrizione delle corvée di una moglie e di una madre, ma non manca una qualche ironia nei confronti del Movimento di Liberazione delle Donne. In una poesia Viorst dice espressamente che a volte si sente femminista e a volte no. E questa libertà di essere contraddittoria va di pari passo con la presa di distanza da tutti i luoghi comuni.