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Diario 1938
«Un diario del e dal profondo. Un libro di sogni, senza piú distinzione tra veglia e sonno, tra intelligenza della realtà e intelligenza del desiderio... Pagine misteriose, scritte come in trance, sorta di notturna e inconscia "vita nuova"».
Cesare Garboli
Il libro
«Sonno interrotto e sogni confusi. Ricordo solo di aver sentito da casa squilli di campanelli lontani che mi chiamavano, e di aver percorso le scale drappeggiata in un lenzuolo e in una coperta, e cosí procedendo di aver incontrato un uomo piuttosto basso e pallido vestito di grigio. Sonno interrotto da telefonate di A., notte tutta piena di dolcissimi turbamenti lascivi per i fatti di ieri. Anche all’alba, fra veglia e sonno, mi pareva di udire dei campanelli. Mi atterrisce il domani incerto. Ora anche coi sensi amo terribilmente A. I miei sensi non sono mai stati cosí, sempre all’erta, sempre morbidi». Il piú significativo reperto di una sotterranea frequentazione del genere diaristico da parte di Elsa Morante. Nel ristretto spazio di tempo in cui questo testo viene scritto (gennaio-luglio 1938) si registrano gli alti e bassi della relazione tormentata e discontinua con Moravia, destinata ad avviarsi verso un «lieto fine».