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Corpi ambigui
Il libro
«La mia sessualità era un guscio vuoto, un inganno, non piú reale delle sferette colorate che studiavo sui libri? Oppure era un segreto indecifrabile radicato nella mia carne?»
Quelle che nei libri di scuola vediamo come «sferette colorate», gli atomi e le particelle subatomiche, una volta osservate in laboratorio svelano la loro natura sfuggente, impossibile da catturare se non attraverso la mediazione della tecnologia. E se la stessa fertile ambiguità appartenesse ai nostri corpi? E se l’identità fosse uno spettro che balugina cangiante nella rete creata da tecnologia e linguaggio, materia e cultura?
È quello che si chiede Laura Tripaldi durante i suoi studi in laboratorio, o incrociando la storia di Marietta Blau, che negli anni Trenta sviluppava un nuovo metodo per osservare e studiare le traiettorie delle particelle, o interrogando la propria vita di scienziata e donna.