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La ballata di Iza
La cronaca di uno sradicamento, e contemporaneamente, una denuncia della società ungherese post-staliniana.
Il libro
Alla morte del marito Vince, un vecchio magistrato, Etelka accetta la proposta della figlia di lasciare la cittadina di provincia dove ha trascorso gran parte della vita e di trasferirsi a Budapest.
Iza, una dottoressa molto attiva e stimata da pazienti e colleghi, organizza la vita della madre in ogni dettaglio, eliminando qualsiasi traccia del passato. Poco alla volta l’anziana donna si ritrova come pietrificata in una sorta di non-esistenza, sino a quando non decide di tornare nella cittadina per assistere alla posa di una lapide sulla tomba del marito.
Scritto nei primi anni Sessanta, La ballata di Iza ha alcuni punti di contatto con La porta, il romanzo piú noto di Magda Szabó: il complesso rapporto fra due donne, la generale incapacità umana di comprendersi e di comunicare, con la storia dell’Ungheria sullo sfondo. Il romanzo conferma cosí la straordinaria bravura della scrittrice, capace di narrare l’insopportabile solitudine di Etelka, il suo lento rinchiudersi e spegnersi, l’incapacità di Iza di immedesimarsi nella madre, con una scrittura lieve ma allo stesso tempo precisa e implacabile, alla quale è difficile sottrarsi.