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Lezione d’amore
E io, alla vigilia di svanire,
teatro di parole ritrovate
nel buio delle ossa,
sì, io, a supplicarlo di apparire
tra voci vigliaccamente inventate...
Che cosa può che un altro in me non possa?
Oh presto allora il poco che rimane,
cane delle mie ossa, ossa di cane!
Il libro
Non un dialogo tra un lui e una lei come nelle Cento quartine, ma un lui che impartisce la «lezione» e una lei che la subisce, che la traduce, muto testo a fronte, madrigale per madrigale. Pura e semplice fantasia erotica e ossessiva allucinazione auditiva, la Lezione contiene citazioni quasi letterali che vanno dai testi sacri dell’antico Egitto al Rilke dei Quaderni di Malte Laurids Brigge, dal grande epistemologo Ignacio Matte Blanco allo psichiatra militante Paolino Cantalupo, da Sade e Sacher-Masoch a Bataille e Deleuze. Il virgiliano «trahit sua quemque voluptas» (ognuno è soggetto al proprio desiderio) si incarna in questa vertiginosa imagerie che dà le vertigini anche a chi è soggetto a imagerie di tutt’altro tipo, tanto la perfezione formale del madrigale (la Valduga torna al settenario dopo 25 anni di endecasillabi) ha la forza di rendere la sua «voluptas» verità di vita.