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Patrizia Cavalli «Vita meravigliosa»
«Leggere queste poesie, una dopo l'altra, significa anche sentirne la musica, e liberarla dentro di sé».
Annalena Benini
A un anno di distanza da Con passi giapponesi, il suo primo libro di prose arrivato in finale al Premio Campiello, Patrizia Cavalli torna nella «bianca». Vita meravigliosa rappresenta una summa della poesia di Patrizia Cavalli, attraverso le ossessioni ricorrenti, i temi e i molteplici registri stilistici che la caratterizzano. Sotto alcuni estratti della calorosa rassegna stampa che ha accolto l’ultima raccolta della poetessa italiana:
«Che grande regalo, queste poesie di Patrizia Cavalli con cui accompagnare il nuovo anno che inizia e a cui non sappiamo che cosa dire. Ritrovare intatto lo sguardo preciso di una poeta che trasforma il privato in universale e viceversa. Uscire per strada, con fatica, e tornarsene poi delusi e modesti al calore di casa è già di per sé un atto poetico se raccontato con questi versi classici e sinuosi che nascono sempre da un'impressione e mai da un ragionamento, ma che ragionano eccome, mentre diventano la parola perfetta, unica, insostituibile, che serve a dire la noia, o l'invecchiamento, o lo scherzo dell'amore».
Annalena Benini, «Il Foglio»
«Vorremmo dire a Patrizia Cavalli che tutte le sue opere composte fino ad oggi, per noi che le vediamo dal di fuori, formano un disegno meraviglioso, una figura riconoscibile che questo libro persegue con visibile armonia di tratti. Ma poi leggiamo un'altra delle sue nuove poesie, sul potere del bacio "Ah l'avessi saputo | che bastava un bacio per aprirmi le vie dell'universo: | stelle e pianeti che si incrociano | parlando, costellazioni intere | che si intessono. | E io in mezzo a loro che le guardo | tessile ordito ardente | che reggo, e non domando", e allora comprendiamo che ciò che rende una "vita meravigliosa" non è solo e non è tanto quello che si capisce – il processo spiegato, il male interpretato, la forma distinguibile – ma quello che non si capisce e al cospetto di cui si sta, compatti e ardenti, senza domandare. Il mistero, o più precisamente quello che Shakespeare, ben noto a Cavalli, avrebbe chiamato "the mystery within", il mistero dentro le cose, che non solo le abita, ma abitandole le tiene insieme. Le fa esistere. Per questo motivo, non possiamo che affidarci ad un'ultima fra le poesie di Vita meravigliosa: "Ma prima di morire | forse potrò capire | la mia incerta e oscura condizione. || Forse per non morire | continuo a non capire | sicura in questa chiara confusione." Baciati dai versi di Patrizia Cavalli, anche noi ci sentiamo così: incerti eppure interi, come tenuti insieme dal mistero della sua poesia. Il punto non è vedere il disegno, ma sentire grazie a lei – di farne parte».
Sara De Simone, «il manifesto»
«"Ah, sognami senza ordine e dimentica | i tanti nomi, fammi stella unica: | non voglio un nome ma stellarti gli occhi, | esserti firmamento e vista chiusa", si dice in questo canzoniere, che fa male, a tratti, per fortuna, come chi, per eccesso d'amore malriposto, frantumi un bicchiere tra le mani, ed è sangue, muto».
Davide Brullo, «il Giornale»
«In questa racconta che s’intitola con una certa dose di ironia Vita meravigliosa c'è più solitudine che mai, più oblio, più senso di morte. Anzi, la morte consiste proprio nello scoprirsi definitivamente soli e nel non poter più ricordare nulla d'intero. Il mio felice niente - che è titolo di una sezione ed expiicit di una poesia (in rima con «la mia nemica mente») racchiude forse la formula di un esorcismo: scrivere come cucire, contro la cancellazione, con uno stupore insieme senile e bambino. «E me ne devo andare via così? | Non che mi aspetti il disegno compiuto | ciò che si vede alla fine del ricamo | quando si rompe con i denti il filo/ dopo averlo su se stesso ricucito | perché non possa più sfilarsi se tirato. / Ma quel che ho v isto si tirato. | Ma quel che ho visto si è tutto cancellato. | E quasi non avevo cominciato».
Gianluigi Simonetti, «Il Sole 24 Ore»
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2020Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov'è nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz'altro una delle grandi mistiche di quel periodo. Le sue esatte visioni verbali avrebbero narrato i misteri piú sensibili della divinità, e le sue estasi, i suoi terrori e...