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Mercier e Camier
«Mercier e Camier, antesignani delle coppie teatrali di Beckett, ricordano Stanlio e Ollio,
ma anche Bouvard e Pécuchet».
Dalla prefazione di Chiara Montini
Il libro
Prima opera scritta da Beckett in francese, Mercier e Camier è senz’altro il suo romanzo più divertente. È la storia di due amici che decidono di lasciare la loro città (una mai nominata ma riconoscibile Dublino). Il progetto del viaggio viene frustrato da continui intoppi, contrattempi, incontri con personaggi strani e inquietanti, perfino un omicidio, e i due, alla fine, decideranno di fare ritorno alle rispettive case senza essere andati da nessuna parte, se non al bordello cittadino. Ancora a metà fra il romanzo e il teatro, Mercier e Camier è il punto di svolta nella scrittura di Beckett che, di lì innanzi, da un lato procederà al trittico Molloy, Malone muore, L’innominabile, dall’altro darà vita ad Aspettando Godot.
«Camier arrivò per primo all’appuntamento. Vale a dire che al suo arrivo Mercier non c’era. In realtà, Mercier l’aveva preceduto di dieci minuti buoni. Fu quindi Mercier, e non Camier, il primo ad arrivare all’appuntamento. Dopo aver aspettato cinque minuti, scrutando le diverse vie d’accesso che poteva imboccare l’amico, Mercier se ne andò a fare un giro che doveva durare un quarto d’ora. Camier a sua volta, non vedendo arrivare Mercier, se ne andò dopo cinque minuti per fare un giretto. Ritornato all’appuntamento un quarto d’ora piú tardi, invano cercò Mercier con gli occhi. Cosa comprensibile. Perché Mercier, dopo aver pazientato ancora cinque minuti sul posto convenuto, era ritornato a sgranchirsi le gambe, per usare un’espressione a lui cara. Camier quindi, dopo cinque minuti di un’attesa ebete, se ne andò di nuovo, dicendosi, Forse lo incontrerò nelle strade attigue. Proprio in quell’istante Mercier, di ritorno dalla sua passeggiata, che questa volta non aveva superato i dieci minuti, vide allontanarsi una sagoma che nella bruma mattutina assomigliava vagamente a quella di Camier, e lo era in effetti. Sfortunatamente scomparve, come inghiottita dal selciato».