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Ritratti in jazz
Murakami Haruki ha scritto un atlante sentimentale del jazz. Lo ha fatto nell'unica maniera possibile: scegliendo dalla sua collezione di dischi (rigorosamente in vinile) i musicisti indimenticabili, i brani piú preziosi, le performance storiche, e raccontandoceli con la stessa contagiosa passione di un amico con cui dividere un bicchiere in un jazz club. A completare questo cocktail, perfetto anche per chi non conosce il mondo del jazz, ci sono la straordinaria capacità affabulatoria e la sottile malinconia dell'autore di 1Q84, accompagnate dai ritratti dei musicisti dipinti dall'artista Wada Makoto. Buon ascolto.
Il libro
Murakami Haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: ecco, leggendo Ritratti in jazz si ha l’impressione di essersi appena seduti a uno dei tavoli del locale a bere qualcosa mentre un vecchio amico, Murakami stesso, ti racconta quello che stai ascoltando. Il tono è confidenziale, caldo, privo di specialismi, eppure pieno di informazioni, curiosità, aneddoti, di cose che si scoprono. Quello, però, che piú colpisce è la passione sincera e bruciante che ogni «ritratto» trasmette: Murakami riesce veramente a farti «sentire » il brano o il disco in questione. Ritratti in jazz regala al lettore un Murakami allo stesso tempo inedito e riconoscibile. Riconoscibile perché il jazz, ancora piú della corsa, è una passione che forma l’ossatura stessa della sua opera creativa. I suoi romanzi sono pieni di jazz, allusioni a dischi e musicisti: in un’ipotetica ricetta della poetica murakaminiana l’ingrediente «jazz» è fondamentale e i suoi lettori lo sanno bene. Inedito perché mai come in questo libro si ha l’impressione di sentire la voce autentica e senza mediazioni narrative di Murakami, come se il lettore entrasse nel suo mondo piú quotidiano e genuino. Il libro è composto da cinquantacinque schede che, a partire dal ritratto di un musicista dipinto dall’artista Wada Makoto, commentano un disco storico. Ogni scheda, nelle mani di Murakami, diventa un piccolo racconto, un frammento di memoria autobiografica o il fulmineo ritratto di un artista, di un’epoca.Da Chet Baker a Benny Goodman, da Charlie Parker a Billie Holiday, Charles Mingus, Bill Evans, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Miles Davis e tanti altri, si va a comporre una «discoteca» ideale, una guida all’ascolto compilata da Murakami Haruki in persona.