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Louise Penny «Case di vetro»
«Aspetto il prossimo libro di Louise Penny e Armand Gamache, e so che ce ne saranno tanti. Perché questo libro è come una ragnatela. Bello»
Carlo Lucarelli, «la Lettura Corriere della Sera»
Armand Gamache, il commissario capo della Sureté del Quebec nato dalla penna di Louise Penny e definito dal Times «uno dei detective più memorabili in circolazione», si presenta subito ai lettori: è seduto sul banco dei testimoni e sembra a disagio davanti alle domande del procuratore stranamente ostile e sarcastico. Al centro del processo un omicidio, alla sbarra il presunto assassino. Lo sfondo, dietro alle domande del procuratore e i ricordi del poliziotto, è Three Pines, villaggio immaginario nella foresta canadese, un posto che sembra un porto sicuro, ma che è invece la maglia di una rete di narcotraffico che il commissario vorrebbe sgominare. «Il protagonista assoluto non è l’assassino, e non è neppure Armand Gamache, che pure riveste il ruolo di capo della polizia canadese: il vero protagonista è l’atmosfera che ti cattura sin dalla prima pagina e non ti lascia andare sino al climax finale» (Massimo Vincenzi, «La Stampa»).
Il racconto coinvolge il lettore, lentamente, con abilità; si è subito attratti da una figura inquietante, rievocata da Gamache: «Appena il poliziotto mite e bravissimo dice ho capito che stava succedendo qualcosa di strano quando ho visto la figura con la tonaca nera nel parco del villaggio, ecco che ormai ci sei, dentro la ragnatela, stordito e affascinato, come succede ai lettori di un bel giallo che funziona» (Carlo Lucarelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).
Louise Penny ha, nell’arte dell’indagare nella mente degli uomini, la capacità di creare nodi per poi scioglierli con un’abilità da maestra. Massimo Vincenzi, «La Stampa»
Ed è proprio da questo personaggio, che sembra un sinistro mietitore di vite, che inizia la vicenda che Louise Penny racconta con stile, da vera giallista: «È il primo libro che ho letto di Louise Penny […] E non conoscevo l’ispettore capo Armand Gamache con la sua squadra di poliziotti, tra cui Louiselle Lacoste, che dirige la Omicidi e che parla con i morti, promettendogli di prendere l’assassino. Non so come si sentano le mosche invischiate al centro del bozzolo in attesa del ragno. Male, penso. Io invece mi ci sento bene e aspetto così il prossimo libro di Louise Penny e Armand Gamache, e so che ce ne saranno tanti. Perché questo libro è come una ragnatela. Bello» (Carlo Lucarelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).
Il romanzo è costruito su due piani temporali diversi: «A novembre la pace del paesino è turbata da una presenza inquietante – una figura incappucciata e con un manto nero che si piazza in mezzo a uno spazio pubblico – e da un delitto che sembra legato a quell’entità misteriosa. A luglio, invece, si svolge un processo che vede Gamache sul banco dei testimoni, incalzato da un magistrato che gli appare ostile» (Giuliano Aluffi, «il venerdì – la Repubblica»).
Poi c’è il finale, «serrato, ricco di colpi di scena e di scontri che non ti aspetti nella quiete, tra i grossi alberi e gli animali che pascolano serene vicino agli uomini […] Tutto è da scoprire, perché Louise Penny ha, nell’arte dell’indagare nella mente degli uomini, la capacità di creare nodi per poi scioglierli con un’abilità da maestra. Ed ecco il trucco è tutto qui: non è un noir, non la Signora in giallo. Tutto sarà bene, fidatevi lettori» (Massimo Vincenzi, «La Stampa»).
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2019Tutti hanno un talento. Quello di Armand Gamache, commissario della Sûreté du Québec, è trovare i criminali. Deciso e sempre misurato, Gamache crede nella legge ma risponde prima di tutto alla propria coscienza. E considera i suoi concittadini gente come lui, da proteggere e rispettare....