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Nell’ombra e nella luce
«Lui era lí, chino su di me, come quella prima sera. Vedevo la sua bocca dalla piega amara, a stento coperta dal becco argenteo. La sua voce era quella di sempre: calda, profonda, educata... "Non è ancora tempo di morire, signor Saint-Just. Sarò io a decidere quando"».
Il libro
1848. Nella Torino di Carlo Alberto, accesa a giorno dalle mille sue luci a gas, un’ombra turba la festa. È l’ombra lunga di un demonio col naso d’argento, che somiglia a Scaramouche, ma strazia giovani donne. Il suo nome, Diaul, è solo sussurrato. Prima che la paura del misterioso criminale generi rivolte, dovrà scendere in campo Emiliano Mercalli di Saint-Just, capitano dei Carabinieri Reali, eroe di Pastrengo. Ma sono tanti i dubbi che confondono il giovane ufficiale. Con l’aitante e maldestro Emiliano, Giancarlo De Cataldo ci trasporta in una Torino insolita, divisa tra slancio progressista e reazione, nuove tecnologie e vecchi pregiudizi, nella quale è facile ambientarsi, grazie alla precisione di una scrittura capace di restituire tutte le contraddizioni, le passioni e le miserie del paese che verrà.
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«Un CSI all’epoca di Cavour».
«La Stampa»