-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Gli affari del signor Giulio Cesare
L'ultimo romanzo di Brecht: un giovane storico, poco dopo la morte di Giulio Cesare, raccoglie materiali per scriverne la biografia, e scopre con fastidio e stupore che il successo politico del condottiero era dovuto a intrighi e debiti.
Il libro
La scoperta che la cosa piú grande di Cesare erano i suoi debiti, e che questi furono la causa reale del suo successo politico, suscita una reazione di incredulità e fastidio nel personaggio che parla in prima persona in questo romanzo: uno storico giovane e idealista che – a vent’anni dalla morte di Cesare – raccoglie materiali per scriverne la biografia. Brecht, narrando i colloqui del giovane col banchiere Spicro, e riproducendo gli immaginari diari del segretario di Cesare, Raro, riscrive la storia di Roma nel I secolo a. C., col risultato di restituirla, con sorprendente verosimiglianza, alla sua dimensione «affaristica». È una sfida credibile sul piano storico e felicissima sul piano narrativo. Brecht, in quest’opera rimasta incompleta e pubblicata postuma nel 1956, si è rivelato un romanziere efficace con uno stile da storico: probabilmente il suo tono freddo, asciutto, argomentativo non sarebbe dispiaciuto allo scrittore Cesare, per il quale è qui professata una latente, originalissima simpatia.