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Il Teatro italiano: V. La commedia e il dramma borghese dell’Ottocento 1
Il primo dei tre tomi che la collana del "Teatro italiano", diretta da Guido Davico Bonino, dedica alla commedia dell'Ottocento, documenta la prosecuzione, non inerte né tranquilla della commedia settecentesca nei primi decenni del secolo: con "L'aio nell'imbarazzo" del conte Giovanni Giraud, in età napoleonica, con "La fiera" del piemontese Alberto Nota, commediografo esemplare del periodo della Restaurazione, e col fortunatissimo "Ludro e la sua gran giornata" del veneziano Francesco Augusto Bon, attore-autore di gran mestiere, che rinfresca con libertà estrosa la tradizione goldoniana.
Il libro
L’antologia è curata da Siro Ferrone e arricchita da una preziosa appendice di documenti sul dibattito e la vita teatrale dell’epoca. Nell’arco dei tre tomi si delinea con insolita ampiezza e coerenza la metamorfosi della commedia impegnata a conquistare il primato nei confronti degli altri generi, primo fra tutti il melodramma; l’autonomia del comico, spesso incarnata da grandi artigiani della scena, viene lentamente piegata dagli scrittori di testi che introducono anche nell’ambiente borghese e popolare i significati ideologici richiesti dal Risorgimento. La caduta della fede ideale lascia un vuoto di tensione nella commedia sociale; essa diventa quindi un nitido documento di deserte rovine, entro le quali tuttavia il mal represso germe canoro e la magistrale recitazione all’italiana sopravvivono e annunciano anzi il risorgere di lirismi ancora modesti ma presto floreali. Proprio attraverso le trasformazioni del repertorio che occupa la zona mediana nella tradizionale divisione dei generi si possono percepire i mutamenti che riguardano il gusto del pubblico, la cultura dei governi, la tecnica e la vita degli attori, la concreta dinamica degli spettacoli nel corso del secolo XIX.