Giulio Einaudi editore

Letizia Pezzali «Lealtà»

Lealtà è un romanzo sul potere, sulla natura del desiderio, sul bisogno contemporaneo di trovare un nuovo linguaggio per le relazioni umane.

Letizia Pezzali

Un caso internazionale: in via di traduzione in sette paesi, ancora prima della sua uscita in Italia.

Il romanzo, nelle parole di Stefano Massini (Lehman Trilogy) «è un trattato sul rischio dell'amore, e specularmente sull'amore per il rischio». L'autrice ha lavorato per anni a Londra in una banca d'affari e mette al centro del romanzo proprio l'ambiente della finanza, un mondo dominato dal caos, dalla tensione. È la stessa Pezzali, nell'intervista a Repubblica.it, a sottolineare come «la vita vera rappresentata nel romanzo esce dalla rappresentazione classica cinematografica della finanza e va un po' dietro le quinte»: non ci sono solo persone che corrono e si agitano osservando numeri volubili, ma anche tanta mediocrità.

 


 

Giulia, la protagonista di Lealtà, lavora a Londra in una banca d'affari. È un luogo fondato su regole quasi religiose dove lei si muove lontana dalla felicità ma non a disagio tra molto denaro, pochissimo tempo libero e rapporti che, fatta eccezione per il sesso, mirano soprattutto al mantenimento della reputazione.

Nello stesso ambiente conduceva la propria esistenza anche Michele, verso cui al tempo dell'università, a Milano, lei aveva sviluppato un'ossessione sentimentale ed erotica. In una mattina speciale per il mercato, il brillante capo di Giulia fa il nome di Michele e lei si trova a ripercorrere una vicenda che credeva sepolta, ad indagare la dimensione emotiva del dolore e dell'amore, la loro origine genetica.

La loro vicenda d'amore nasce come una guerra persa in partenza: c'è un'attrazione fisica potente contrastata però da un contesto ostile. Oltretutto Michele è sposato, e ha una figlia. Giulia arriva a mandargli fino a sessanta messaggi al giorno, lui la allontana per poi riprenderla in un balletto fra alti e bassi degno dei deliri di Wall Street.

«Ogni libro contiene in fondo una domanda, io credo che in questo caso essa abbia a che fare con la doppia (e simultanea) faccia dell'amore, potentissimo e fragile, simile al numero di un equilibrista: negare il baratro sotto i suoi piedi equivale ad azzerarne la poesia» (Stefano Massini, «Robinson - la Repubblica»).

Il libro