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Grotteschi e Arabeschi
Dall'incontro fra Vitaliano Trevisan, recente vincitore del Campiello Francia, e l'universo di Poe nasce uno sguardo limpidamente classico e insieme feroce, capace di narrare l'autentico orrore.
Il libro
«Prima di tutto Poe, in particolare i racconti.
Calarsi in quell’oscurità, no: nessuna oscurità, ma luce ed è una luce leggera, bianca, fredda. Una luce del Nord, che non dà requie. E quando gli occhi si chiudono, è solo per guardarsi dentro. Tutta l’oscurità è lí, e con essa una nota grave, che non ci abbandona mai».
Vitaliano Trevisan
Dall’incontro fra Vitaliano Trevisan, recente vincitore del Campiello Francia, e l’universo di Poe nasce uno sguardo limpidamente classico e insieme feroce, capace di narrare l’autentico orrore. Che si tratti di una famiglia oscena e di una madre moribonda che sa nascondere segreti – il piú atroce dei quali solo al lettore sarà svelato – o di un uomo che vuol raschiare via dalla casa ogni traccia della donna che l’abitava, o del piú spietato ritratto di artista italiano contemporaneo che possiate immaginare.
In questo libro la lingua dello scrittore vicentino raggiunge un equilibrio e una originalità nuovi proprio mentre l’autore fa un salto all’indietro di due secoli e dichiara di ispirarsi al maestro del racconto: Edgar Allan Poe.
«È terribile, dissi, non poter dimenticare niente. Allora, visto che non possiamo dimenticare, cerchiamo nella nostra memoria un colpevole».