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Il dossier Rachel
Poche settimane separano Charles Highway dall'età adulta e molto resta da fare all'ipersolipsistico ed erotizzato protagonista prima che quel funesto traguardo - il ventesimo compleanno - segni irrimediabilmente la fine della libertà adolescenziale e l'inizio della responsabilità matura. Ci sono gli esami da preparare, il corpus di poesie giovanili da completare, c'è il padre da odiare e, sopra ogni cosa, c'è da aggiungere al carnet delle esperienze accumulate quella del sesso con una Donna Piú Grande. Ed ecco Rachel: bella, elegante, inarrivabile, e di un intero mese piú matura. I taccuini su cui registrare le fasi della conquista sono pronti. L'Approccio può cominciare... È stato Il dossier Rachel, con la sua verve comica, il suo virtuosismo linguistico e la sua irriverenza, a rivelare al mondo delle lettere inglesi il suo geniale e temutissimo enfant terrible.
Il libro
«Mezzogiorno, martedí. Ero disteso immobile nella vasca da bagno, come un vecchio alligatore sudicio: non mi lavavo, me ne stavo semplicemente immerso nel vapore a fare piani. Che cosa potevo mettermi? Camicia azzurra a quadri, stivali neri e il vecchio completo nero di velluto a coste con quelle commoventi toppe di pelle ai gomiti. Quale personaggio potevo indossare? Nelle due occasioni in cui l’avevo vista ad agosto la mia identità aveva subíto una serie di riorganizzazioni radicali, e alla fine aveva trovato una stabilità in un miscuglio tra il tipo afflitto, laconico e imperscrutabile e quello astuto, chiacchierone, cinico, simpaticissimo, ma con qualcosa di demoniaco, un che di nichilista, un desiderio di morte che veniva messo a tacere. Era meglio dare una rispolverata a questi personaggi o ricominciare da zero? Perché Rachel, invece, non era stata un po’ più chiara sul tipo di persona che era lei? Chi lo sa. Se lei fosse stata una hippy le avrei parlato di droghe, zodiaco, tarocchi. Se fosse stata di sinistra avrei assunto un’espressione affranta, mi sarei messo a odiare la Grecia e a mangiare fagioli in salsa di pomodoro direttamente dal barattolo. Se fosse stata una tipa sportiva l’avrei sfidata a… scacchi, backgammon e roba del genere. No, non ditemi che è lei la ragazza destinata a farmi capire che catalogare le persone in questo modo tristissimo è una follia dettata dall’egocentrismo; non ditemi che mi metterà a posto, che si farà carico di me, mi darà la cognitio e la risoluzione comica. Non potrei sopportarlo».
***
«Il piglio arrogante di Amis è un’arma formidabile con cui investire il suo bersaglio di arguzia sprezzante, ingegnosa oscenità, sottile letterarietà, odio, lussuria, ansia e un’onnipervasiva consapevolezza».
«The Observer»