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La psicoanalisi e l’antisemitismo
Un'antologia che ricostruisce le interpretazioni psicoanalitiche dell'antisemitismo dagli anni Trenta a oggi: interpretazioni che, sotto il fascismo, rappresentarono quasi un'opposizione politica e che, oggi, continuano ad affrontare un fenomeno ancora, e tenacemente, attuale.
Il libro
Nel 1976, Foucault aveva cominciato a delineare i contorni di una storia della psicoanalisi basata sull’«onore politico» che le deriva dall’essere stata (in un’epoca in cui le altre discipline non esitavano a compromettersi con il potere) un’opposizione al fascismo e una reazione al razzismo e all’antisemitismo. Del resto, non è probabilmente un caso se la psicoanalisi è nata e si è sviluppata in contemporanea all’ascesa e all’apogeo di razzismo e antisemitismo: ed è a partire da tale orizzonte che questa antologia si propone di presentare alcuni dei piu significativi testi psicoanalitici sull’antisemitismo, da quelli degli albori della disciplina ai piú recenti – testi che si interrogano sul «trattamento psicoanalitico» dell’antisemitismo e che esaminano come, a livello internazionale e indipendentemente da scuole, orientamenti dottrinali e scelte istituzionali, il discorso psicoanalitico si sia fatto carico del problema dell’antisemitismo e del dovere della sua interpretazione. Due gli assi su cui si muove la raccolta: quello storico, che dà conto delle prospettive interpretative sorte fra gli anni Trenta e Sessanta attraverso i contributi di un autore come Otto Fenichel; e quello teorico, che dà spazio ai testi piú recenti e che, grazie ad autori come David Sibony, Mortimer Ostow e Bela Grunberger, rende conto degli ultimi passi compiuti nell’analisi teorica e nella descrizione clinica dell’antisemitismo. L’inquadramento dei saggi nel contesto psicoanalitico internazionale e nella produzione dei singoli autori e l’accenno ad altre interpretazioni, infine, coronano la riflessione su un problema che continua a sussistere, decennio dopo decennio.