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Il Sexto
Il libro
«Quasi tutti i libri di Jose Maria Arguedas – ha scritto Mario Vargas Llosa -sono dedicati alle Ande. Solo il romanzo Il Sexto, scritto nel 1961, si svolge a Lima e perfino in quest’atroce testimonianza sulla prigione di Lima dove Arguedas fu arbitrariamente incarcerato nel 1937 dalla dittatura di Sanchez Cerro, si affacciano gli altipiani in pagine che forse costituiscono la parte piú riuscita del libro: la maestosa processione dei condor catturati in un paesino andino, l’episodio del bambino violentato dai vagabondi».
Protagonista – come sempre in Arguedas – è la collettività, da cui vengono a galla alcune figure emblematiche. Cámac, il minatore che muore aggrappato al sogno di potersi costruire una chitarra; «Puñalada», il negro feroce che prostituisce a tutti il giovane «Clavel»; il giapponese, mendicante dal «sorriso inestinguibile», ed infine Gabriel, il giovane sognatore attraverso cui ci viene raccontato il mondo del Sexto. Pervade il romanzo una concezione quasi animistica del Male, che si esprime talvolta in atti di violenza, oppure nell’articolato linguaggio della canzone, valvola di sfogo della nostalgia, o gesto calcolato di ribellione. E «canzone» può essere anche considerato lo stile inconfondibile di Arguedas, che riesce ogni volta a innalzare il realismo estremo della descrizione piú cruda ad una purezza che è insieme umana e lirica.