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Emigranti
Il libro
«Gli italiani sono un popolo di emigranti» e la storia d’Italia, quando la si esamini in una prospettiva comparatistica, appare come una complessa e globale rete di «catene» migratorie, un esodo ininterrotto, e spesso temporaneo, fatto di frequenti partenze e altrettanto frequenti rimpatri. Come mercanti e missionari durante il Medioevo, pittori, architetti e musicisti in epoca rinascimentale, spazzacamini, suonatori d’organetto, commessi viaggiatori e illusionisti all’inizio dell’Ottocento, patrioti costretti all’esilio in età risorgimentale, lavoratori non specializzati all’alba del secolo e a cavallo delle due guerre, antifascisti e operai durante il secondo conflitto mondiale, denizens e Gastarbeiter negli anni del boom, gli italiani hanno fatto, nei secoli, del «transnazionalismo» una dimensione di vita che ha plasmato tanto la loro economia familiare quanto la loro identità nazionale. Seguendo la nascita e lo sviluppo delle «altre Italie» nel mondo, Donna Gabaccia colloca le diverse diaspore italiane nel loro contesto storico, registrandone la comparsa dapprima come fenomeno regionale e frammentato, poi come gruppo sociale e culturale consapevole, soggetto e depositario di un’identità multipla e complessa, sempre legata a doppio filo alla terra d’origine, diventata nel frattempo da paese d’invio a paese d’accoglienza, da paese di emigranti a paese di emigrati.