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Vita attraverso le lettere
Il libro
Come letterato Byron fu per molti aspetti un conservatore: adorava Pope, bestia nera dei poeti romantici, e dall’Italia importò e adattò l’ottava del Pulci. Egli fu il primo esponente della tendenza, in seguito tanto diffusa, a mettere al centro dell’opera l’artista, se non addirittura a far coincidere la personalità dell’artista con l’opera stessa. Ormai privo di certezze oggettive, l’autore moderno parla innanzitutto, talvolta esclusivamente, di sé; e diventa protagonista della propria leggenda, personaggio noto o notorio anche agli analfabeti…: vedi D’Annunzio e Hemingway, Wilde e Mishima, Pasolini e Evtusenko.Questo cominciò il giorno in cui un giovane e semisconosciuto Pari inglese, che aveva capricciosamente sostituito alle tappe del Grand Tour tradizionale nelle capitali europee un avventuroso viaggio fra i Turchi dell’allora non tanto Vicino Oriente, mise in versi il proprio itinerario nel poema “Pellegrinaggio del giovane Aroldo”. L’enorme successo dell’opera gli diede la celebrità. Adulato dalla migliore società della tronfia Inghilterra post-Waterloo, la sfidò quindi assumendo atteggiamenti libertari e anticonformistici. E dopo uno scandalo si autoesiliò, continuando a narrarsi in un tono che si fece sempre più ironico, fino ad approdare a quello irridente dell’indiavolato “Don Juan”, poco prima di coronare un’esistenza breve ma quasi tutta vissuta sotto le luci della ribalta con il clamoroso finale della morte come volontario al servizio di una causa nobilissima.Questa vita esemplare – che ancora in pieno clima di perbenismo vittoriano fece sì che il grande critico Matthew Arnold assegnasse a Byron il primo posto davanti a Leopardi in un ideale certame poetico europeo – fu da Byron stesso raccontata anche in prosa, in brevi e purtroppo per larga parte perduti diari, e soprattutto in migliaia di brillantissime, disinibite lettere.