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Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
Il libro
«Fatica atlantica», per usare un’espressione di Galileo, e in gran parte inutile, sarebbe quella di chi, dando alle stampe una nuova edizione dei Massimi Sistemi, volesse render conto della ricchezza sterminata di temi, di motivi, di atteggiamenti, oppure pretendesse di sottolineare nel commento le intonazioni ironiche, le volute ambiguità, i pregi letterari – per tacere dell’opportunità di lasciar libero il «discreto lettore» di ripercorrere a suo piacimento, senza il fastidio di una guida onnipresente, queste pagine giustamente famose. Pure, se non una guida, ho voluto dare al lettore un orientamento a un tipo particolare di lettura. I Massimi Sistemi sono soprattutto, nell’intenzione stessa di Galileo, un’opera di cosmologia, e hanno svolto una funzione di primo piano nell’affermazione della concezione copernicana del mondo. Perciò mi è parso opportuno tentar d’inquadrare l’opera di Galileo entro i termini della problematica copernicana e di considerarla soprattutto in questa luce. La prospettiva cosmologica incombe sull’intera opera di Galileo, dai primissimi scritti sul moto risalenti al periodo del suo insegnamento pisano alle sue ultime meditazioni nella villa del Gioiello di Arcetri.
Dall’introduzione di Libero Sosio