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La banda Bellini
Romanzo di dura e metallica epica quotidiana, La banda Bellini restituisce il sapore e la disillusione degli anni poco dopo il '68, quando «quelli del Casoretto» pensarono di opporsi agli eserciti che dominavano la città. Racconto orale onesto e spietato che diventa grande letteratura, storia nella storia che si fa narrazione collettiva, squarcio su una memoria irrisolta e inquieta.
Il libro
Nascosto in un’ambulanza da tre giorni, Giusva tiene l’indice sul grilletto di un fucile da cecchino. Molti sono i conti da saldare. L’uomo da uccidere è Andrea Bellini, biondo, capelli lunghi, un metro e novanta, trench lungo fino ai piedi e gli immancabili Ray-Ban. Da anni è a capo del piú temuto servizio d’ordine del movimento a Milano, una banda di quartiere che ha scelto la strada della politicizzazione e della militanza, con l’idea di non essere «servi di nessuno» e le immagini del Mucchio selvaggio di Peckinpah nella testa…
«Chiunque abbia vissuto a Milano fra gli anni Sessanta e Settanta, sa che cos’era la banda Bellini del Casoretto: la banda dell’antifascismo militante… Marco Philopat ci mostra bene come la grande trasformazione degli anni Settanta, Andrea e la sua banda la vivano fino in fondo, fino a esserne disorientati e frustrati».
Toni Negri