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Enciclopedia: IX. Mente-Operazioni
Il libro
Quale significato può avere nel quadro generale della cultura oggi una nuova Enciclopedia? In generale le enciclopedie riflettono un momento o l’altro della vita culturale: quello della perfetta stabilità del sapere, della certezza intellettuale, della convinzione che una vetta è stata raggiunta – e questo è il caso, per esempio, del contesto in cui nasce l’Enciclopedia Treccani: attorno a un gruppo di studiosi convinti che l’idealismo consenta non una ma l’organizzazione del sapere, oppure, sebbene lungo linee differenti, è il caso di altre enciclopedie, come la Britannica o la Sovietica -, e l’altro momento di un sapere mutante, in crisi, come suol dirsi comunemente, di una cultura che si cerca, di una società che vede emergere nuovi valori. È questo il caso del quadro generale in cui nasce l’enciclopedia settecentesca. Ciò premesso, sarà piú facile indicare il senso di questa nostra impresa. L’ultimo mezzo secolo, e con particolare accelerazione gli ultimi venticinque anni, hanno mostrato una notevole tendenza nel panorama della cultura mondiale a rivedere, rimuovere, cambiare. Hanno modificato sostanzialmente le categorie interpretative, il contesto esplicativo, il valore delle interpretazioni, il ruolo dei «fatti». E, ancora, hanno aumentato la divaricazione delle specializzazioni, approfondendo le analisi nei singoli campi dello scibile, ma perdendo di vista le connessioni concettuali, la rete dei legami che rende complesso e vitale il tessuto del sapere. A noi è sembrato che un’enciclopedia debba costituire, oggi, il punto di convergenza di questo vasto sommovimento ed esprimere non già una summa del sapere ma l’intreccio delle strade che la ricerca contemporanea sta seguendo, le strutture organizzative, e – soprattutto – le possibilità del domani. Non una summa, dunque, ma neppure un digest del sapere. Piuttosto, forse non è velleitario mirare a una sorta di individuazione critica dei momenti di incrocio delle diverse problematiche, ritenendo questi momenti capaci di costituire un discorso coerente -non definitivo – in sviluppo, animatore del sapere attuale. Tuttavia, il perché, i perché, della nostra Enciclopedia appariranno ancora nel trattare il come dell’Enciclopedia. Un’enciclopedia che lasci cadere deliberatamente – e senza nessuna concessione di nessuna sorta e per nessuna ragione – tutto quanto vi è di nozionistico nel sapere, e che invece concentri la sua attenzione sugli elementi portanti e importanti del discorso culturale quale si è venuto organizzando nell’ultimo mezzo secolo, comporta, in breve, la scelta di due tipi di voci. Il primo tipo comprende quelle che designano concetti in grado di organizzare il sapere ed il vivere dell’uomo nella sua globalità e che, pur nelle successive definizioni, continuano a focalizzare problemi di grande ampiezza (per esempio: sistema). Il secondo tipo è costituito, per un verso, da voci che, pur emergendo da una singola disciplina, abbiano influito profondamente sulle strutture delle altre discipline, e in generale sulla struttura della comprensione della realtà (per esempio: relatività); per l’altro verso, da voci che, sulla base di una valutazione consapevole, siano in grado di incidere radicalmente sullo stesso approccio globale alla disciplina, e quindi di riverberarsi su altre sfere della conoscenza (per esempio: approssimazione). Il risultato del trattamento di una tale gamma di voci necessariamente rischia di risultare molto teorico. A compensare questo rischio, sono state scelte (data per scontata una certa arbitrarietà), alcune voci complementari che – speculari sia delle voci «portanti») sia di quelle «importanti» – offrano il destro, appunto, ad una certa storicizzazione (ossia concretizzazione) della trattazione teorica.
dalla Premessa dell’editore