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Taccuino siriano
«Questo è un documento, non un testo
rielaborato. È la trascrizione, piú
fedele possibile, di due taccuini di appunti
che ho preso durante un viaggio
clandestino in Siria, nel gennaio
di quest'anno. Inizialmente dovevano
servire come base per gli articoli che
ho scritto al ritorno. Ma a poco a poco,
nei lunghi periodi di attesa o di
inattività, nei tempi morti creati dalla
traduzione durante le conversazioni,
e a causa di una certa frenesia che tende
a voler trasformare subito il vissuto
in scrittura, quegli appunti si sono
dilatati. È ciò che rende possibile la
loro pubblicazione. A giustificarla, invece,
è ben altro: sono il rendiconto di
un momento breve e già scomparso,
quasi senza testimoni esterni, degli
ultimi giorni della rivolta di una parte
della città di Homs contro il regime di
Bashar al-Assad, poco prima che fosse
soffocata in un bagno di sangue, ancora
in corso mentre sto scrivendo».
Jonathan Littell, Taccuino siriano
Il libro
Jonathan Littell ha trascorso due settimane e mezza a Homs, nel cuore dei quartieri che si oppongono al regime siriano. Questo taccuino – lo si scopre pagina dopo pagina – è un testo scritto in condizioni estreme, dove i protagonisti rischiano la vita in ogni istante. Nel costituire un documento unico, un’inchiesta autentica sul campo, esso testimonia la vita quotidiana del popolo in rivolta della città di Homs, la resistenza dei disertori dell’Esercito siriano libero, le atrocità commesse dalle forze governative.