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For You
McEwan si cimenta nel campo del libretto d'opera e, mettendo il suo talento per l'intreccio perfetto a servizio di una «prosa cadenzata» che ben si adatta al genere, crea un testo ironico, serrato e dal finale sorprendente.
Il libro
Da tanto tempo ormai l’esimio e tracotante direttore d’orchestra Charles Frieth dispone di chi lo circonda – la moglie malata Antonia, l’efficiente segretario Robin, l’ennesima amante strumentista Joan – come di note sul pentagramma del suo comodo. La messa in scena della sua ultima fatica sinfonica sarebbe forse l’occasione per fare ammenda degli errori, ma per un equivoco degno del più arguto Da Ponte, il Maestro cade vittima della devozione che lui stesso ha preteso, e la farsa si tinge di nero.
La musica gioca un ruolo importante in molte delle opere di McEwan: a livello tematico, impegna e appassiona i suoi personaggi; come metodo formale, organizza e scandisce la sua scrittura. Ma nella piena commistione di partiture che è il libretto d’opera, McEwan, rinnovando la collaborazione con il compositore Michael Berkeley già avviata nel 1983 con l’oratorio Or Shall We Die?, esplora inedite possibilità espressive e dilata i confini del genere.
La trama di For You si inserisce nella vasta tradizione dell’opera buffa. Il celebre compositore e direttore d’orchestra Charles Frieth si appresta a dare nuovo lustro alla sua fama con la messa in scena della sua ultima creazione per orchestra, Demonic Aubade, e intanto non rinuncia ad ampliare la propria collezione di conquiste femminili seducendo, in cambio di un assolo di 32 battute, la giovane suonatrice di corno Joan. Charles e la moglie Antonia, molto malata e in attesa d’intervento, si trovano così coinvolti in un vivace ménage à six che include anche il medico di Antonia, Simon, il segretario di Charles, Robin, e la cameriera polacca, Maria, in un girotondo teso e a tratti comico che sfocia in un epilogo sorprendentemente cupo.
Si ritrovano dunque i temi da sempre cari a McEwan – l’ossessione sessuale, l’abuso del potere, i segreti, le bugie – calati in una lingua che, pur nella specifica forma concisa e cadenzata, sa esprimere tutta la forza della contemporaneità perché, come ha osservato di recente l’autore, «al giorno d’oggi un libretto deve avere un interesse intrinseco; non può essere solo la gruccia su cui appendere musica favolosa ed emozioni sublimi».
Edizione bilingue.