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Foe
«A lente bracciate, con i lunghi capelli che mi fluttuavano intorno, come un fiore di mare, come un anemone, come una medusa di quelle che si vedono nelle acque del Brasile, nuotai verso l'isola sconosciuta; per un poco nuotai come avevo remato, controcorrente, poi, d'un tratto, libera, mi lasciai trasportare dalle onde fin dentro la baia e sulla spiaggia».
Il libro
Un’isola che non riesce piú a evocare il fascino della mitica isola di Robinson Crusoe. Una naufraga tratta in salvo, Susan Barton, che si ostina a cercare uno scrittore capace di raccontare la sua vera storia e quella dei suoi due compagni. L’enigmatico Crusoe, che in quell’isola finisce i suoi giorni, e il suo schiavo Venerdí, cui qualcuno ha mozzato la lingua costringendolo al silenzio. Uno scrittore, Foe, chiamato a dare vita a quel mondo perché non cada nell’oblío, condannato a muta insignificanza.
Coetzee reinventa la vicenda di Robinson Crusoe puntando lo sguardo sulla narrazione, arte tirannica, mistificatoria, e però necessaria. L’unica salvezza nell’oscuro disegno della vita.