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Età di ferro
Il corpo di una donna chiamata ad affrontare la malattia. Il corpo esile di un derelitto alcolizzato. Il corpo politico del Sudafrica afflitto dall'apartheid. Il Sudafrica degli anni Ottanta, abitato da un cancro che lentamente s'insinua sottopelle e reclama a sé giovani vittime, i ragazzi delle township, impegnati nei boicottaggi delle scuole, perseguitati dalla polizia e dai militari.
Il libro
La signora Curren, un’insegnante in pensione, diviene suo malgrado testimone di eventi storici violenti, di cui radio e televisione non dicono nulla, ma di cui sono protagonisti i figli della domestica: l’anziana signora si ritrova a dover medicare e identificare i corpi dei ragazzi. Questa lunga e lenta agonia, individuale e privata, ma anche collettiva e pubblica, è racchiusa nelle pagine di una lettera che la donna lascerà in eredità alla figlia lontana, che da tempo ha voltato le spalle al paese. Latore di questa missiva sarà forse il signor Vercueil, il misterioso compagno dei suoi ultimi giorni di vita: angelo maledetto, messaggero, parassita? In un tempo di strane alleanze, in cui non ci sono piú né padri, né madri, in cui i bambini vengono temprati alla guerra e alla morte, in questa età di ferro è difficile intravedere un futuro diverso, quando il Sudafrica potrebbe risorgere come una fenice dalle proprie ceneri. Il romanzo epistolare della signora Curren rimane dolorosamente e spietatamente disincantato.