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Opere. II: Le metamorfosi
Dopo la Poesia d'amore e la Poesia dell'esilio, presentate nel primo volume, questo secondo è interamente dedicato all'opera piú famosa dell'autore latino: quindici libri in esametri che raccontano i miti relativi alle metamorfosi di dèi ed esseri umani.
Il libro
Le Metamorfosi di Ovidio sono uno dei libri antichi che piú hanno influenzato la nostra poesia e letteratura, da Dante a D’Annunzio e Montale. Nel grande campionario di miti che in quindici libri si susseguono in una vasta e incalzante successione di racconti, Ovidio canta il mondo di numi, ninfe, deità fluviali, eroi, mortali, centauri: tutti protagonisti di centinaia di mutazioni rivelatrici delle passioni e delle infelicità umane.
“La contiguità tra dèi ed esseri umani, – ha scritto ltalo Calvino, – è uno dei temi dominanti delle Metamorfosi, ma non è che un caso particolare della contiguità tra tutte le figure e forme dell’esistente, antropomorfe o meno. Fauna, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali […] le Metamorfosi vogliono rappresentare l’insieme del raccontabile tramandato dalla letteratura con tutta la forza d’immagini e di significati che esso convoglia, senza decidere – secondo l’ambiguità propriamente mitica – tra le chiavi di lettura possibili”.
L’ampia introduzione di Guido Paduano intreccia mito e narratologia, mentre il commento si pone come una sorta di ulteriore narrazione attraverso cui vengono sciolti i nodi esegetici del testo.