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Feste galanti
- Bah! Malgrado il destino invidioso, | moriamo insieme, volete? | - La proposta è singolare. | - Ciò ch'è singolare è bene. Dunque moriamo | come nei decameroni. | - Eh! Eh! Eh! che amante bizzarro! - Bizzarro non so. Amante | irreprensibile, assolutamente. | Volete? Moriamo insieme? - Signore, Voi scherzate ancor meglio | che non amiate e la vostra parola è d'oro; | - ma tacciamo, di grazia!
Il libro
«Quando Verlaine pubblicò nella “Gazette Rimée”, il 20 febbraio 1867, le prime due poesie della futura raccolta, aveva già in mente il molteplice aspetto del mondo prezioso che evocava, un mondo abitato da personaggi della Commedia dell’arte e da oziosi e raffinati protagonisti di una pastorale fuori del tempo, immersi tutti in un’atmosfera musicale. E subito appaiono tre parole tematiche, che da sole basterebbero a definire l’area, leggere, fantastica ispirazione delle Fêtes galantes: “extase, rêver, tourbillonnent”. Un’estasi fatta di sospensione attonita di una natura partecipe della tristezza indefinita dei personaggi, una rêverie che è trasposizione di un’atmosfera irreale, un turbinio al quale si abbandonano le figure emblematiche di un mondo, reale e psicologico, preso da una gioia che è oblio».
Dall’introduzione di Maria teresa Bulciolu