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L’Einaudi in Europa (1943-1957)
Una nuova pagina di storia della casa editrice con numerosi documenti inediti.
Il libro
Con la caduta del fascismo ma soprattutto alla fine della guerra, la casa editrice Einaudi avvia una politica di sprovincializzazione della cultura italiana che si traduce in un’attività di consolidamento delle relazioni con i paesi e gli editori europei. Se già durante gli anni dell’esilio in Svizzera Giulio Einaudi inizia a riallacciare i contatti interrotti progettando con Ernesto Rossi una collana di «Éditions européennes», è solo nel dopoguerra che riesce a stringere rapporti e contratti con case editrici come Gallimard, Albin Michel, Allen & Unwin, Lawrence & Wishart, Suhrkamp o con agenzie letterarie come la sovietica Mejdunarodnaia Kniga. I libri che importa subiscono trasformazioni: cambiano lingua, veste, forma, si adattano al nuovo contesto. Una molteplicità di figure interviene in questo processo: traduttori, redattori, direttori di collana, perfino correttori di bozze. Allo stesso periodo risalgono i primi tentativi di esportare la cultura italiana all’estero, come quello condotto in Inghilterra per far tradurre le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. Piero Sraffa, professore a Cambridge, svolge un ruolo cruciale in queste trattative. Così come è cruciale, in altre mediazioni, quello svolto dai consulenti Einaudi che i percorsi della vita hanno condotto all’estero: Giaime Pintor, ufficiale di stanza a Vichy durante la guerra; Franco Venturi, addetto culturale all’ambasciata italiana a Mosca nel 1947-50; Renato Solmi, allievo di Theodor Adorno a Francoforte nel 1956-57; Cesare Cases, lettore di italiano a Lipsia negli stessi drammatici mesi. Sullo sfondo di questi scambi editoriali nascono anche amicizie, come quella fra Elio Vittorini e Dionys Mascolo, e si consumano scontri intellettuali, come quello fra Pietro Zveteremich e Renato Poggioli. Indagare la dimensione europea dell’Einaudi significa anche riflettere sulla funzione di una casa editrice di cultura: impresa nazionale per eccellenza ma anche fulcro di un processo di circolazione delle idee che oltrepassa i confini dei paesi.